Dove ci porterà la riforma delle pensioni? Il futuro è di casa a Londra?

Multithumb found errors on this page:

There was a problem loading image 'http://www.standard.co.uk/incoming/article7848148.ece/ALTERNATES/w460/Retirement money.jpg'
There was a problem loading image 'http://www.standard.co.uk/incoming/article7848148.ece/ALTERNATES/w460/Retirement money.jpg'
multithumb2 found errors on this page:

There was a problem loading image 'http://www.standard.co.uk/incoming/article7848148.ece/ALTERNATES/w460/Retirement money.jpg'
multithumb5 found errors on this page:

There was a problem loading image 'http://www.standard.co.uk/incoming/article7848148.ece/ALTERNATES/w460/Retirement money.jpg'
multithumb4 found errors on this page:

There was a problem loading image 'http://www.standard.co.uk/incoming/article7848148.ece/ALTERNATES/w460/Retirement money.jpg'
multithumb3 found errors on this page:

There was a problem loading image 'http://www.standard.co.uk/incoming/article7848148.ece/ALTERNATES/w460/Retirement money.jpg'

Oggi, 13 giugno 2012, a Londra alcuni quotidiani hanno pubblicato alcuni dati di un certo interesse in merito al sistema pensionistico.

Ce n'è uno che suscita un particolare interesse: le statistiche mostrano che un londinese su sette continua a lavorare malgrado abbia raggiunto l'età pensionabile (65 anni per gli uomini e 60, ma presto 61, per le donne). Un numero di potenziali pensionati ancora al lavoro raddoppiato rispetto a quello del 1993.

Retirement money.jpg

Se il loro aumento in questi venti anni è stato costante, dal 2000 in poi c'è stata una vera e propria impennata. I motivi sono da ricercarsi nella riforma della tassazione delle pensioni voluta nel 1997 dall'allora ministro dell'economia, il laburista (e ricordiamo che il Labour Party può essere paragonato – con le dovute differenze, a volte notevoli - al nostrano PD. Ah, le garanzie della socialdemocrazia!) Gordon Brown e, considerando i fattori internazionali, nella “dotcom bubble” (la bolla della new economy) sul finire del secolo. Quest'ultimo avvenimento, unito alle difficoltà finanziarie successive all'attacco alle Twin Towers e al Pentagono dell'11 settembre 2001, ha fatto crollare il valore di molti fondi pensionistici privati.

Per i lavoratori (soprattutto autonomi, in primis taxisti), che lì avevano investito parte più o meno cospicua dei propri risparmi, le conseguenze sono state pesanti. Al di là delle perdite economiche immediate, hanno dovuto fare i conti con prospettive di vita assai differenti da quelle che avevano potuto immaginare. Non più anni tranquilli all'insegna del riposo fisico e della possibilità di cominciare finalmente a coltivare sogni e passioni tenuti nel cassetto per anni e anni, ma ancora giornate intere a lavorare. Solo per poter continuare a portare il piatto a tavola, pagare le bollette e l'affitto. Altro che il benessere che i fondi pensione avrebbe dovuto portare secondo la propaganda governativa e padronale!

Ops! Ma non è la stessa propaganda che stanno mettendo in campo anche qui in Italia? Forse no. Da noi anche quella è un po' più stracciona. Ed allora da qualche anno non ci illudono nemmeno che investire nei fondi pensione ci porterà al benessere, né tanto meno alla ricchezza. Più mestamente al semplice raggiungimento del livello di sopravvivenza. Perchè con l'attacco che hanno sferrato alle pensioni col sistema pubblico non riusciremo ad arrivare neanche a quella.

Rete Camere Popolari del Lavoro