Contro la chiusura della Indesit di Carinaro (CE): solidarietà dai lavoratori della Electrolux

Ci sono parole e parole. Parole che fanno rabbia, perché sanno di presa in giro, di beffa oltre il danno. Sono ad esempio le parole di Renzi, che in ogni dove annuncia che interverrà lui, che risolverà i problemi (in realtà pare che li stia già risolvendo da quando è stato nominato primo ministro, ma qui, sulla terra, nessuno di noi se n’è accorto).

La Whirpool decide quasi 1400 licenziamenti, la chiusura degli stabilimenti di None e Carinaro? E lui promette che risolverà la situazione, come ha già fatto con l’AST di Terni e con la Electrolux. Peccato che all’AST di Terni tanti operai siano andati via, ben più di quelli che l’azienda avrebbe voluto cacciare inizialmente. Forse che l’accordo sottoscritto e incensato da Renzi non era poi tutto rose e fiori? Ma no, i soliti malpensanti! Ah, e poi c’è l’Electrolux. Il settore è lo stesso della Indesit. L’attacco aziendale viene scagliato con la stessa forza.

E qui ci sono le altre parole. Sono quelle che seguono: poche e dirette. Perché gli operai non hanno tempo da perdere con la retorica e con le vuote promesse. Quanto sono diverse rispetto a quelle di Renzi! Queste parole suonano come conforto, come una pacca sulla spalla, un incitamento a non darsi per vinti, a non credere alle menzogne della classe dirigente di questo paese. Sono le parole di chi riconosce negli operai della Whirpool-Indesit dei fratelli, malgrado non li abbia mai conosciuti di persona. Fratelli, malgrado da tutte le parti si senta parlare di concorrenza, di “mors tua, vita mea”. Fratelli perché accomunati dalla stessa condizione. Fratelli perché che la “tua” azienda vinca o perda, una cosa è certa: a pagarne il prezzo, tra i vinti come tra i vincitori saranno sempre gli stessi: i lavoratori e le lavoratrici tutte.
Ma la costruzione stessa di questi legami di solidarietà può essere la prefigurazione di un destino diverso, che non sia necessariamente già segnato: il riscatto di tutte e tutti noi, di quelli che divisi sono niente e che uniti sono tutto…

Piena solidarietà ai lavoratori della Indesit di Carinaro (Caserta) per la vertenza che stanno affrontando, contro una Multinazionale (Whirlpool) che ha dichiarato un piano industriale con 1380 esuberi e la possibile chiusura dello stabilimento di Carinaro.
Nei vari incontri svoltisi al Mise, il governo ha affermato di voler risolvere la questione con un accordo simile a quello firmato nel maggio 2014 per gli stabilimenti italiani Electrolux.
Vista la nostra esperienza di lavoratrici e lavoratori, delegati e dirigenti Fiom Electrolux, consigliamo ai delegati Rsu dell’Indesit di Carinaro che parteciperanno alla trattativa di non cedere ai ricatti e di continuare la lotta per il mantenimento dei posto di lavoro e per il non peggioramento dei diritti e delle condizioni di lavoro.
Postiamo qui sotto il volantino distribuito e letto nelle assemblee il giorno prima del referendum sull’ipotesi d’accordo che, a distanza di un anno, purtroppo confermiamo essersi dimostrato realistico, anzi, nella pratica l’accordo tanto declamato dal sindacato e dal governo come una “grande vittoria” si sta invece dimostrando una “amara sconfitta” per i lavoratori!
La redazione di AltriRitmi.

OLIO DI GOMITO E FERIE PIU’ FLESSIBILI!
Con la firma sui testi dell'ipotesi d’accordo Electrolux al Ministero dello sviluppo economico e la formalizzazione presso la Presidenza del Consiglio dell'intesa tra sindacato e la multinazionale, si chiude una delle vertenze industriali più lunghe, combattute e importanti dell’ultimo decennio nel nostro Paese.
Seguiranno nei prossimi giorni assemblee in tutti gli stabilimenti e voto dei lavoratori. Da noi a Forlì l’assemblea è oggi, 16 maggio.
Partiamo subito col denunciare la poca trasparenza nel non aver potuto avere i testi dell’ipotesi sottoscritta, nemmeno noi che alla trattativa eravamo presenti e che la suddetta trattativa si è svolta in forma ristretta tra sindacato nazionale e vertici aziendali per la maggioranza del tempo.
Di quello che abbiamo potuto capire noi tramite la lettura e l’interpretazione dei segretari nazionali, proviamo a spiegarvi i punti per noi più critici  dell’ ipotesi d’ accordo.
Nessuna perdita di salario (se non consideriamo che in Cds comunque si perde salario e che ci chiedono di produrre gli stessi pezzi che prima facevamo in 8 ore, andando a 6 ore + 2 di solidarietà pagate come la cigs);

Le pause non vengono toccate (se non a Porcia, dove viene decurtata del 50% la pausa di 10 minuti conquistata da quei lavoratori a fronte della velocizzazione a 94 pz/ora frutto di un accordo dei primi anni 2000.

Le ferie diventano più flessibili ed esigibili dall’ azienda. Allungamento del periodo di fruizione delle 2 settimane di ferie consecutive, a scaglioni, dal 1° giugno al 30 settembre, esigibili dall’ azienda senza forme volontarie come in passato. Chi è comandato a fare le ferie nei mesi di giugno o di settembre “potrà richiedere di poter fruire la terza settimana di ferie (laddove disponibile) a carattere individuale e non consecutiva rispetto alle altre, nei mesi di luglio e agosto”. La risposta (positiva o negativa) è a discrezione aziendale.

Incentivi all’ esodo aumentati. L’ aumento degli incentivi è stato inferiore alle richieste sindacali. Per chi volontariamente decide di licenziarsi o si aggancia alla pensione, nell’ accordo si trova un apposito allegato tecnico contenente le scadenze e gli euro di incentivo. Ad es. l’incentivo dei 42mila euro del vecchio accordo passa a 46mila euro. Scende l’incentivo per l’ autoimprenditorialità a 37mila euro. Rimane invariato l’incentivo per chi va a lavorare presso altra ditta.

Permessi Sindacali. Vengono decurtati del 60%, significa minor tutele per i lavoratori.

Velocizzazioni sulle linee. Nell’ ipotesi d’ accordo sono inseriti allegati tecnici per ogni stabilimento dove l’azienda attuerà le velocizzazioni: per lo stabilimento di Forlì l’ allegato tecnico è molto generico. Una cosa chiara è l’AUMENTO DI PEZZI che nel reparto Forni sarà di 11 pz/h e nel reparto Piani sarà fino a 22 pz/h!! Si demanda al lavoro di Ecos + Cotepa (+ un delegato per reparto interessato) denominato “cantiere” che sarà a carico dei permessi sindacali dei lavoratori. L’ azienda ha rifiutato la richiesta sindacale di non iniziare le velocizzazioni fino a che i delegati Rsu possano avere una formazione specifica sugli indici ocra, finalizzata ad acquisire ed adeguare le competenze necessarie per effettuare la valutazione dei rischi muscolo-scheletrici come previsto dalla norma Iso 11.228. Questo rifiuto la dice lunga sulla correttezza dell’azienda e su come potrebbe agire sulle linee di montaggio ai danni degli operai, al contrario di quanto l’azienda sostiene, impegnandosi a non peggiorare le condizioni di lavoro.

Capiamo lo sforzo fatto dalle parti per arrivare ad una dignitosa ipotesi d’ accordo che mantiene l’occupazione in Italia anche se alla fine del piano e a regime di 6 ore, gli esuberi in tutti e 4 gli stabilimenti rimangono. Rimaniamo fortemente critiche su due punti di maggior interesse per i lavoratori:

CALENDARIO FERIE. Diventa a tutti gli effetti un calendario produttivo utile solo all’ azienda per mantenere i soldi della decontribuzione e che penalizza i lavoratori nella più remota possibilità di ricongiungersi ai propri cari nei tradizionali periodi di ferie del Paese (luglio/agosto).

VELOCIZZAZIONI. L’ azienda ha ottenuto anche grazie all’ enorme sforzo di noi lavoratori (scioperi, iniziative, presidi…) 1,2 euro di decontribuzione sul Cds. I restanti 1,8 euro sono tutti “olio di gomito” di noi lavoratori sulle linee di montaggio! Gli operai sono gli unici a farsi carico dell’ulteriore riduzione del costo di lavoro con i pezzi in più da produrre.

In coerenza con quanto già dichiarato NON ABBIAMO SIGLATO e voteremo NO all’ ipotesi di ACCORDO. Chiediamo a tutti i lavoratori di partecipare numerosissimi al voto, in maniera informata e consapevole. Chiediamo inoltre che su Ferie e Velocizzazioni possano votare solo gli operai interessati.
COLAPRICO CINZIA e SABATTINI LORETTA
(COORDINAMENTO RSU ELECTROLUX)     

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