[Napoli] Ma lo sai che contro il lavoro nero è possibile lottare (e vincere)?

Ripubblichiamo dal sito Je So Pazzo questo articolo di aggiornamento sulla campagna contro il lavoro nero messa in atto a Napoli.
Dopo la stesura del manuale di autodifesa del lavoratori, come primo strumento di difesa, si è passati alla raccolta e alla denuncia presso l’ispettorato del lavoro delle segnalazioni ottenute. Ora a che punto siamo? E’ stato possibile esercitare una pressione all’ispettorato, dargli indicazioni su come e dove agire? E’ possibile vincere? 

È una storia vecchia come il mondo: se sei solo e sei debole, il più forte ti schiaccia. Ma se ti allei con altri come te, diventi maggioranza, e riesci a vincere. È questo quello che sta succedendo in questi mesi.

Molti di noi, molti di quelli che ogni giorno frequentano l’Ex OPG, hanno 18, 20, 30 anni. Come tanti nostri coetanei e concittadini lavoriamo a nero: non solo nei pub e nei ristoranti, ma in negozi, uffici, fabbrichette… Non c’è bisogno di complesse indagini sociologiche per sapere che siamo tantissimi, che in tanti posti del nostro Sud il lavoro sommerso e irregolare è la norma non solo nelle isolate campagne dove sfruttano per lo più immigrati a tre euro l’ora, ma anche nel centro delle città. Non ci vuole la zingara per sapere che se lavori a nero guadagni di meno, non hai i contributi per la pensione, non hai diritti precisi, lavori più ore e peggio, rischi di farti male e di non essere manco rimborsato..

Siamo tanti, e stiamo male. E quindi abbiamo pensato di fare qualcosa per cambiare. Perché se sei solo e hai bisogno di lavoro, è difficile che andrai a parlare con il tuo padrone, magari a chiedergli un contratto e soldi, anche se ti spettano. Hai paura che ti cacci, che ne trovi un altro, e poi tu dove vai? Tanto da tutte le parti, ti dici, è la stessa cosa. Però di rassegnazione in rassegnazione padroni e padroncini si prendono da noi sempre di più. Da qualche parte questa corsa al ribasso dovrà pure finire!

È una storia vecchia come il mondo: finisce quando ci si mette insieme. E noi abbiamo deciso di metterci insieme, di lottare. Così è nata la Camera Popolare del Lavoro [LINK], e la campagna contro il lavoro nero. Non siamo partiti con studi di settore, denunce ai giornali che scandalizzano i lettori per due ore: tanto queste cose le sanno tutti. Siamo partiti con l’idea di essere immediatamente utili a chi come noi aveva un problema concreto.

 I problemi concreti sono: come faccio a farmi fare un contratto? Se domani mi licenziano, come faccio ad avere i soldi e dimostrare che stavo lavorando lì? Se c’è un problema come faccio a vincere una causa di lavoro?

Per risolvere questi problemi c’è innanzitutto bisogno di essere coscienti, svegli e informati. Abbiamo parlato con un po’ di avvocati e consulenti del lavoro, abbiamo incrociato le nostre esperienze, e come prima cosa abbiamo scritto questo manualetto di autodifesa legale: “50 sfumature di nero (e come combatterle). Lo , è venuta tanta gente, è andato a ruba. Allora abbiamo iniziato a darlo per strada. E ai banchetti le persone si fermavano e dicevano: guarda c’è anche il mio caso, ho lavorato qui, mi trattavano così. Altre persone si sono aggiunte e ci hanno mandato le loro segnalazioni.

 E quindi abbiamo pensato: mettiamole insieme tutte queste segnalazioni, e portiamole all’Ispettorato del Lavoro, che dovrebbe fare proprio questo: controllare i posti dove i lavoratori dicono che si sfrutta. Portiamole tutti insieme, non deleghiamo a nessuno, e vediamo che succede, magari intervengono, magari anche i padroni arrivano ad avere un po’ paura, gira voce fra di loro, iniziano a fare qualche contratto in più...

È una storia vecchia come il mondo: uno può essere pazzo, ma se ha ragione, se è onesto, se ha una strategia, se la maggioranza si rivede in lui, be’ le persone lo seguono.

E in tanti siamo andati lì sotto . All’Ispettorato erano sorpresi: “in genere qui non viene mai nessuno”. Alcuni di loro condividevano: “dobbiamo lavorare insieme, voi portateci le segnalazioni, noi controlliamo”. Altri erano un po’ infastiditi per l’“invasione di campo”, o perché ci siamo lamentati che non li abbiamo mai visti prima. Però lo sapevano anche loro che è la verità: non perché loro non lavorino, anzi, ma perché c’è un clima che dà sempre ragione al datore di lavoro, e poi perché il Governo taglia gli organici, e non basta il personale per fare tutti i controlli che ci vorrebbero a Napoli e provincia…

Comunque sia, all’Ispettorato ci dicono che controlleranno. Passa qualche settimana. Noi continuiamo coi banchetti, continuiamo a sentire storie, continuiamo con le cause portate avanti dal nostro sportello legale gratuito. Vinciamo anche qualcuna di queste battaglie: arriva voce che ci siamo noi dietro, e i padroncini sganciano i soldi che non volevano dare. Ma sulle ispezioni nessun segnale…

Finché alcuni lavoratori ci scrivono: “avevate ragione, si può fare”. Cos’è successo: l’Ispettorato ha fatto partire i controlli, e gli ispettori sono andati nei luoghi che i lavoratori avevano segnalato (anonimamente, sotto l’ombrello della nostra associazione, per evitare ripercussioni individuali). Anche se i controlli non sono stati i più severi del mondo, e anzi si è chiuso un po’ di occhio per quieto vivere, resta il fatto che gli Ispettori hanno riscontrato delle irregolarità. E hanno comminato delle sanzioni e intimato la “riqualificazione dei rapporti di lavoro”, cioè di “mettere a posto” i lavoratori!

È una cosa importante, che a Napoli non era mai successa prima. Che ci si organizzasse dal basso, che si facesse pressione, che si facessero pagare i padroni – perché loro solo questo capiscono! – è una novità. Una pratica che può essere riprodotta e allargata ovunque. Una pratica che soprattutto ci dice: vincere si può!

Ora possiamo fare diverse cose, abbiamo già tante altre idee. Ma, prima di passare avanti, dobbiamo ancora far conoscere questa storia, raccogliere altre segnalazioni, motivare altre persone, tornare all’ispettorato. Per questo saremo in giro nelle piazze i prossimi week and, per distribuire materiale informativo e per raccogliere le denunce.  Il 6 aprile poi ci sarà un’assemblea della Camera Popolare del Lavoro che farà il punto sulla campagna. Per qualsiasi cosa potete comunque passare tutti i mercoledì alle 18 all’Ex OPG allo sportello legale gratuito...

 

È una storia vecchia come il mondo. Ma finirà, insieme a questo vecchio mondo. 

Rete Camere Popolari del Lavoro