Perché tutta Italia deve dire NO al TAV? Ci vediamo il 6!

“Dovete fare sacrifici”. Quante volte abbiamo sentito queste parole? Ce lo dice chi ci governa, ce lo dicono i padroni che ci sfruttano sul lavoro, ce lo dicono persino i sindacati confederali che, almeno in teoria, dovrebbero stare dalla parte dei lavoratori. E quando qualcuno alza la testa, quando nel call center Almaviva o ad Alitalia i lavoratori dicono che non vogliamo più sottostare al ricatto dei sacrifici necessari per continuare a sopravvivere, vengono etichettati come pazzi, come incoscienti. I sacrifici sono anche quelli che vengono chiesti ai tanti giovani che lavorano in nero, a chiamata, a termine, a collaborazione oppure come interinali, moderna e legalizzata forma di caporalato. E se questi giovani rifiutano questa situazione, spunta l’etichetta anche per loro: sono “scansafatiche” incapaci di accettare le regole della competizione.

Sacrifici sono stati chiesti in questi anni anche alla popolazione della Valsusa che doveva accettare la devastazione del suo territorio, gli espropri, i rischi sulla salute per la costruzione prima dell’autostrada e poi del TAV. Opere che, secondo governi e imprese interessate, avrebbero garantito prosperità alla valle e all’intera economia nazionale. Invece in valle non arrivò nulla e l’economia nazionale agonizza e non verrà certo risollevata dal TAV. E’ la retorica dei nostri sacrifici per un bene comune che alla fine è sempre il profitto di qualcuno, l’ennesima finzione che trasforma gli interessi economici di pochi in interessi di tutti. A guadagnarci, come sempre, sono i costruttori, le grandi aziende, le mafie ben insediate nel sistema degli appalti, la politica che può distribuire un po’ di favori per passare all’incasso al momento del bisogno. 

Il danno di un’opera inutile non è solo l’aggressione alla vita delle persone che abitano quelle terre: gli espropri, le recinzioni, il consumo del suolo, la devastazione del paesaggio, l’inquinamento delle falde. Il danno è anche lo spreco di risorse che, investite qui, significano tagli altrove. E quell’altrove lo conosciamo fin troppo bene perché fa da sfondo alle nostre vite. Sono i tagli alla sanità, all’istruzione ed al trasporto pubblico perché costano troppo. Sono i fondi che mancano per mettere in sicurezza i territori e le strutture: per evitare che ogni terremoto si trasformi in una tragedia umana, che ogni acquazzone faccia tremare gli abitanti delle zone in pericolo, che dei bambini muoiano in una scuola perché crolla un tetto. Ogni euro speso nell’inutile TAV è un euro sottratto ad una delle mille opere utili di cui avremmo davvero bisogno. Opere che darebbero lavoro a tanti disoccupati e che produrrebbero benefici diffusi per tutti. Invece si preferisce costruire il TAV, sprecando miliardi di euro per un’opera che non si sa quando sarà finita, a cosa serva e che non produrrà alcun beneficio per la popolazione. 

Sabato si terrà una manifestazione NOTAV da Bussoleno a San Didero. Accanto al movimento NOTAV, che da 25 anni si oppone a questa inutile e dannosa opera, ci saranno tanti altri movimenti che si stanno battendo per la difesa dei loro territori, ma anche contro lo spreco di risorse che vorremmo impiegate diversamente. In questo corteo è importante che ci siano anche tanti lavoratori e lavoratrici. Perché ogni euro speso nel TAV è un euro rubato a tutti i servizi pubblici che completano il nostro salario. Noi vogliamo scuole e ospedali pubblici sicuri. Vogliamo che le risorse siano investite per vigilare sulla sicurezza dei nostri luoghi di lavoro dove centinaia di lavoratori muoiono ogni anno anche perché non ci sono fondi per i controlli necessari. Vogliamo decidere noi come spendere le risorse che creiamo col nostro lavoro ogni giorno. Non possiamo permettere che a decidere sia ancora chi in questi anni ci ha portato alla rovina togliendoci ogni diritto conquistato in secoli di dure lotte. E’ importante sostenere questa lotta perché all’origine di tutto, dello sfruttamento degli uomini come dell’ambiente, c’è la sete di profitto. E non ci stupisce, allora, che il più acceso sostenitore del TAV sia il PD, lo stesso partito che in questi anni si è impegnato nella cancellazione di ogni tutela per i lavoratori: contratti precari, Jobs Act, voucher, abolizione dell’articolo 18. Devastazione ambientale e devastazione sociale, a solo vantaggio del profitto dei padroni. 

Ecco perché questa lotta va sostenuta. Tutti insieme, uniti possiamo costruire un potere dal basso che serva davvero a migliorare le nostre vite. Perché un giorno vorremmo essere noi lavoratori a decidere cosa produrre e come distribuirlo, quali opere creare e quali gettare nel dimenticatoio.

C’eravamo, ci siamo, ci saremo!

6 MAGGIO ORE 13 BUSSOLENO 
MANIFESTAZIONE POPOLARE NOTAV

Rete Camere Popolari del Lavoro