Non avete pagato caro, non avete pagato tutto! Processo Eternit: verità e (poca) giustizia dopo 31 anni!

Dopo 31 anni è arrivato il momento di servire il conto due dei più grandi capitalisti del mondo: Stephan Schmidheiny e Jean Louis de Cartier ovvero i proprietari degli stabilimenti Eternit in 16 paesi e con 23 mila addetti sparsi nel mondo.

 

“Omissione dolosa”. È una delle accuse che sono state imputate ai due padroni di quello che, negli anni ’50 e ’60, fu descritto come “il materiale del futuro”. Per circa cinquanta anni  infatti è stata omessa la natura mortale dell’Eternit ed il collegamento tra le morti di mesotelioma ed amianto. A nulla sono servite le proteste degli operai degli stabilimenti in tutta Italia ed in tutta Europa a partire dagli anni ’70 ad oggi,bisognava tacere in nome del progresso e soprattutto bisognava tacere in nome del capitale.

È del 1964 la ricerca che mette in luce la pericolosità dell’amianto ed il collegamento con le cause di morte di chi ci entra  a contatto, ma se questi dati non fossero stati occultati per tutti questi anni gli Schmidheiny non sarebbero passati in sole tre generazioni da garzoni di bottega ad uomini più potenti del mondo (e l’ultimogenito non sarebbe diventato- al danno la beffa- il rappresentante dell’ONU per “lo sviluppo sostenibile).

Il processo Eternit è stato definito il più grande processo del mondo, 65 udienze e persone arrivate da tutta Europa stamattina aspettavano la sentenza del tribunale di Torino,la grandezza e l’importanza di questo processo rendono l’idea dell’ingiustizia e della speculazione sulla vita degli operai all’interno degli stabilimenti della “fibra della morte”, basti pensare ai 2100 morti di Casale Monferrato dal 1966 ad oggi oppure ai circa 58 nuovi casi di tumore nell’ultimo anno del comune piemontese e soprattutto basti pensare che in Cina, Russia ed India ancora si lavora con l’amianto ed è ancora sconosciuta (e taciuta!) sua la pericolosità.

E così almeno per oggi è stata fatta una giustizia che definiremmo “consolatoria”, consolatoria perchè ancora una volta una sentenza non può cancellare una vita di sfruttamento e di morte di chi ha lavorato negli stabilimenti Eternit, ancora una volta ci sono voluti 31 anni per arrivare ad una verità,ancora una volta chi ha occultato per 50 anni le prove scientifiche di un massacro ai danni degli operai e delle operaie non pagherà abbastanza, ma in ogni caso è una sentenza importante che apre forse la strada ad altre cause e ad ulteriori risarcimenti in tutta Europa. Una sentenza che soprattutto permette di affermare dovunque la verità operaia: che gli interessi dei padroni e dei lavoratori sono inconciliabili, che per il profitto dei primi i secondi ci rimettono la vita. Che a questa vittoria ne seguano altre.

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bastamortesullavoro.blogspot.com

afeva.it
Colpevoli! 16 anni di carcere per i killer dell’Eternit (da contropiano.org)

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