[Piacenza] Azienda fa fallire le trattative. 7 Novembre sciopero generale dei lavoratori della logistica e corteo per sostenere la lotta dei facchini presso l'IKEA

“Cobas fanno saltare tavolo, sarà sciopero all'IKEA”.

Ci svegliamo stamattina e cercando informazioni sugli sviluppi della vertenza dei lavoratori della logistica troviamo immediatamente questo titolo dell'agenzia TMNews, ripresa da tanti organi di informazione (tra cui l'Unità, a proposito di stampa “progressista”). Continuiamo la lettura dell'agenzia di stampa e scopriamo che “i Cobas ieri sera hanno deciso di far saltare il tavolo di contrattazione convocato in Provincia”.

È evidente che qualcosa  non quadri. E infatti, spulciando un altro po' il web, arriviamo a capo della situazione: l'incontro tenutosi ieri sera è fallito perché il Consorzio Gestione Servizi (CGS), dietro cui si scorge senza difficoltà il colosso IKEA, non ha rinunciato alle misure punitive nei confronti dei lavoratori considerati più attivi nelle proteste che sono in corso dal 17 ottobre scorso. Le ha semplicemente tramutate da licenziamenti a trasferimenti coatti in altre sedi in cui le cooperative hanno degli appalti. Una proposta irricevibile, non solo per i lavoratori direttamente oggetto di questi provvedimenti, ma anche per tutti gli altri. Che il 2 novembre hanno subito le cariche della polizia, il lancio di lacrimogeni e ora sono finiti pure . Irricevibile anche perché i lavoratori hanno fatto proprio il principio secondo cui “un colpo a uno è un colpo a tutti” e non sono disposti a cedere.
A partire da tutto ciò, è stato convocato uno sciopero generale dei lavoratori del settore della logistica (ai “soci” del CGS si uniranno quelli della TNT, della GLS e delle altre cooperative) con corteo a Piacenza (7 novembre, ore 18.00, Giardini Margherita).

Di seguito pubblichiamo il volantino dei compagni e delle compagne del CSA Vittoria di Milano che, oltre a soffermarsi e ad analizzare il significato di ciò che è accaduto il 2 novembre, dà anche il senso di quello che è in gioco in questa lotta. Non semplicemente aspetti vertenziali, bensì la possibilità che a partire dal conflitto autorganizzato e partecipato in prima persona dai lavoratori (altro che delega!) si disegnino percorsi di opposizione alla democrazia autoritaria e ai processi di ristrutturazione del capitale che stiamo pagando sulla nostra pelle. In questo senso lo sciopero generale di domani ha una valenza che trascende l'ambito locale e parla a tutte e tutti noi.

Per saperne di più:
Ascolta l'intervista ad Aldo Milani, sindacalista del S.I. COBAS, dal picchetto dinanzi alla sede IKEA
Sul fallimento delle trattative. Piacenza24
Sul presidio e le cariche del 2 novembre
I comunicati dei presidi di solidarietà con i lavoratori di Piacenza tenutisi in tutt'Italia




Polo Logistico Ikea Piacenza 2 novembre
Scene di "ordinaria" repressione di classe ma con anche una chiara indicazione politica di Resistenza e lotta operaia.


I fatti ormai noti di venerdi 2 novembre all’ikea di Piacenza mostrano il punto di arrivo della progressiva arroganza padronale supportata dagli zelanti organi dello stato (questura, sindaco, comune…).
D’altronde le tre settimane di lotta dei facchini della logistica del colosso svedese erano il segnale che ogni mediazione al ribasso non poteva essere in alcun modo accettata.

La lotta era ed è tuttora per i diritti almeno per quelli minimi previsti dal misero CCNL, ma è soprattutto per la dignità. I carichi di lavoro insostenibili, le discriminazioni interne allo stabilimento,  l’inagibilità sindacale, le buste paga falsificate sono il dato materiale sul quale i lavoratori hanno deciso di lottare, ma a questo va aggiunto il non meno grave atteggiamento culturale paternalista, razzista, schiavista, escludente mostrato a turno da Camera di Commercio di Piacenza, sindacati confederali, questura, committente ikea e consorzio cgs.
La resistenza operaia di queste settimane ha fatto piazza pulita di tutto questo e la giornata di venerdi ha fatto paura.  Non si è ceduto di un solo passo e non si è voluto credere alle false promesse di ulteriori tavoli  interlocutori comunque disattesi dalla stessa parte padronale.

I lavoratori sono uniti, inutile dividerli con licenziamenti e trasferimenti.  E a loro si sono uniti i lavoratori di altri stabilimenti della logistica della zona: tnt, gls…
Tutto ciò fa paura e tutto ciò deve essere spazzato via.
I solidali sono criminali “estremisti”, il si cobas che organizza sindacalmente i lavoratori in lotta vuole solo strumentalizzare, i lavoratori solo gente che deve essere manganellata perché se hanno un lavoro non devono protestare specialmente se sono  “immigrati”.

E se addirittura i lavoratori costretti entrare nei pulman sui corpi dei loro compagni vogliono capire, vogliono fermarsi, vogliono unirsi alla lotta, allora li si chiude nello stabilimento galera e non li si fa uscire. Si direbbe sequestro di persona.  
Infine arriva l’ultima carica: quella che dovrebbe essere decisiva.

Quella che dovrebbe ristabilire l’ordine costituito che vede nella proprietà privata e nello sfruttamento feroce dell’uomo sull’uomo le uniche due regole da mantenere nei termini di legge (la vostra legge!). Le forze dell’ordine spostano i lavoratori, li spingono lontano, cercano di frammentarli lanciando candelotti al CS.  Ma la rabbia e la forza della resistenza rimane.  I lavoratori urlano: domani saremo ancora qua.  
Ed è così.  Mercoledi 7 ci sarà un corteo nel centro di Piacenza.
E’ la risposta che la lotta non è finita.
È la risposta di classe all’italia del pensiero unico dei padroni che vorrebbe far pagare ai lavoratori i costi della crisi strutturale frantumando salari e diritti.

È la risposta alla repressione già vista in altri settori della logistica come al Gigante di Basiano, all’Esselunga di Pioltello come in altri posti di lavoro di altri settori dove i lavoratori non hanno minimamente preso in considerazione l' idea di rinunciare a lottare per salire sui tetti  e poi scendere per sfinimento, senza creare sostanzialmente alcun danno al padrone, delegando a qualche "potere forte" la risoluzione dei loro problemi.

E’ la risposta al regime di democrazia autoritaria che vorrebbe non lasciare margine alcuno alle situazioni di conflitto che si basano soggettivamente e oggettivamente in termini di classe e quindi  in termini di incompatibilità di interessi.

Quali possono essere le mediazioni con l’applicazione in termini complessivi della strategia di Marchionne, assunta dall’intero arco politico istituzionale, basata su assenza di diritti in tutti gli ambiti della società .

L’unica soluzione è il conflitto attraverso la ricomposizione della frammentata classe operaia in un'unica identità e battaglia complessiva.
La trasformazione del bisogno oggettivo di comunismo in un'unica prospettiva strategica per la trasformazione rivoluzionaria del presente.

La lotta non si ferma con la repressione, per questo invitiamo tutti e tutte Mercoledi  7 novembre al corteo a Piacenza con partenza ore 18,00 dai Giardini Margherita.


Centro Sociale Vittoria
www.csavittoria.org -    Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
milano 4 novembre 212

- link al documento sul conflitto nelle cooperative
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