[Napoli] 1-10 / L'ABC sulla BCE/ Incontro con D. Moro verso il 2Ottobre.. #blockBce!

Incontro-dibattito con Domenico Moro, economista
L'ABC sulla BCE ovvero: ciò che dobbiamo sapere sui signori che verranno a Napoli il 2 Ottobre

Mercoledì 1 ottobre - ore 16 - Palazzo Corigliano (p.zza S. Domenico Maggiore) -

Come ogni anno la BCE in tour sceglie una città europea rispetto alla classica Francoforte per costruire il vertice del proprio Consiglio direttivo ed ecco che il 2 ottobre ci ritroviamo, a Napoli, con l’ennesima passerella istituzionale dei signori della crisi in una città dominata da altissimi livelli di disoccupazione, dal lavoro nero, dalla devastazione e dalla ghettizzazione dei territori.
Solo il 25 Settembre, una settimana prima del vertice, Mario Draghi, governatore della Banca Centrale Europea, ha chiesto scusa: “Ci siamo sbagliati con le previsioni sull'inflazione, non abbiamo tenuto conto dell'aumento della disoccupazione”.
Come l'Apprendista stregone non riesce più a controllare gli effetti dei propri incantesimi, Draghi si lamenta di ciò che le politiche da lui stesso “suggerite” hanno causato.
Dopo otto anni di crisi e di storielle sulla “austerity”, sul controllo della spesa pubblica come strada da seguire per far “ripartire l'economia”, la Banca Centrale non ha più lampade con geni inclusi da sfregare. Il tasso d'interesse sull'Euro è prossimo allo zero, i prezzi dei beni di consumo diminuiscono invece di crescere, il “compitino” della BCE sembra risolto, ma la “crescita” non riparte.

Perché? Purtroppo perché i compitini non sono finiti e non basta la BCE, non bastano i movimenti delle istituzioni della finanza a smuovere l’economia e far ripartire gli investimenti, per poter ricreare profitti e creare posti di lavoro. E allora, esaurite tutte le “stregonerie” precedenti, mentre la disoccupazione ha raggiunto livelli mai visti nell'Eurozona, le fabbriche continuano a chiudere giorno dopo giorno, i consumi interni non ripartono, Draghi & co. non sanno fare altro che invitare i governi nazionali a fare “le riforme”... ma quali?

Quelle dell’aspirante maghetto nostrano, Matteo Renzi, che marcia senza ripensamenti verso la cancellazione dei contratti a tempo indeterminato, per istituire la precarietà a vita con contratti “a tutele crescenti” per facilitare i licenziamenti e cancellare dalla nostra memoria le lotte e i vantaggi dell’articolo 18 e continuare così ad abbassare i salari chiudendo magicamente nel baule dei ricordi ogni minimo diritto e conquista sindacale..
E così purtroppo nessuna novità, nessuna buona svolta, le ricette dei padroni non sono mai originali: non toccare mai profitti e rendite, mettere le mani nelle tasche e al collo dei lavoratori, facendoci lavorare di più per essere pagati di meno, con meno tutele e possibilmente senza lamentarci, questo ad ogni latitudine, senza discriminazioni di sorta, lo sfruttamento è assicurato per tutti!

Ed ecco che loro, chi ci governa, chi regola gli organismi internazionali, chi detiene e influenza le decisioni politiche come le grandi corporation e le “Confindustrie" di tutto il mondo, si dimostrano ancora una volta organizzati e determinati, pronti a trovare punti di convergenza al di là della contrapposizione fasulla tra crescita e austerity. Una volta finiti i tagli previsti dall’austerity, infatti, gli investimenti ripartiranno perché sarà garantito da queste riforme il nostro sfruttamento assoluto! Ovviamente a crescere saranno solo i loro profitti, a discapito delle nostre vite.

Ma cosa potrebbe succedere, se, invece, ovunque andassero ad investire e ad attaccare le nostre tutele, incontrassero la resistenza di chi non vuole cedere la propria dignità e i propri diritti? Di chi è stanco di vedersi calpestato ogni giorno, condannato ad una vita fatta di routine e di stress per un futuro che non si intravede nemmeno?
E’ questa resistenza, che già viene portata avanti da tantissimi lavoratori purtroppo ancora soli e frammentati che dobbiamo supportare, per riuscire, attraverso ogni data di mobilitazione, ogni incontro, ogni assemblea, ogni nuova vertenza a compattarci attorno l’unità dei nostri interessi per preparare al meglio l’offensiva, perché siamo sempre noi la maggioranza contro questi pochi, tristi padroni che pensano solo ai propri profitti, siamo sempre noi la vera svolta, perché ripartiamo sempre dai nostri bisogni e dalla nostra umanità, non dai nostri conti in banca.

E allora, la nostra ricetta di lotta è già in preparazione! Il 2 ottobre sarà solo un piccolo antipasto, una giornata importantissima per dare il primo segnale dell’autunno a chi pensa di poter governare le nostre vite senza consultarci nemmeno!
Ma non ci fermeremo di certo a questa data, perché l’autunno che ci aspetta presenta almeno due fronti reali su cui è necessario costruire e allargare l’opposizione: la seconda parte del Jobs Act che andrà a facilitare ogni tipo di licenziamento, fino alla riforma della scuola, vero e proprio colpo di mano che fomenta la guerra tra docenti e introduce meccanismi aziendali in un mondo, quello dell’istruzione, che dovrebbe servire a formarci come individui, non come merce al ribasso per le aziende con apprendistati obbligatori!

Passo dopo passo questo governo lo faremo tremare, consapevoli di non intraprendere una stereotipata battaglia dal sud dell’Europa impoverito contro un nord pieno di benessere, perché sappiamo che le condizioni di lavoro in Germania come in Danimarca non vanno di certo migliorando, perché l’unica vera guerra che ci attraversa senza frontiere è sempre e solo tra capitale e lavoro. Certo, saranno tante le nostre lingue, le sfumature della nostra pelle, le nostre età, di diverse forme saranno le nostre divise da lavoro e le nostre mansioni, eppure siamo accomunati, a qualsiasi latitudine, dall’appartenenza allo stesso lato della barricata. Quella che divide e contrappone chi produce la ricchezza -e al momento decide davvero poco- e chi si prende solo i benefici, senza muovere un dito.

Loro, con la BCE schierata in prima fila, gli attacchi li hanno sferrati, colpendoci in pieno.
Noi abbiamo ancora tutto da conquistare, innanzitutto rompendo la convinzione che ogni cambiamento sia impossibile, perché le condizioni per sottrarre almeno un po’ di quello che c’è stato tolto ci sono eccome, così come non mancano le possibilità di ribaltare le cose. Tanti, tantissimi, hanno già cominciato in Spagna, Egitto, Brasile, Turchia…basta assenze allora, il fronte degli sfruttati ci aspetta per riconquistare il futuro, presentiamoci all’appello!

#BLOCK BCE

Questa è solo una traccia di discussione: mercoledì 1 parleremo approfonditamente di BCE, che cos'è, come funziona, che ruolo e che poteri ha con Domenico moro.

Verso il corteo del 2 Ottobre a Napoli! #BlockBce!
ore 9 - stazione Colli Aminei

U.E.  

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