[Roma] Le loro guerre i nostri morti! - Presidio contro la guerra

Oggi alle 18 a Santa Maria in Trastevere ci sarà . Ci sembra giustissimo e invitiamo tutti alla partecipazione. Le loro guerre, i loro profitti, i nostri morti!

Come sciacalli senza scrupoli, ancora una volta Governo e stampa saccheggiano il nostro lutto e gettano benzina sulle nostre paure per arruolarci nella loro guerra. Come una replica dell’11 Settembre, si torna a parlare della difesa a suon di bombe della “nostra” civiltà, come se ci fossimo scordati tutte le menzogne, tutte le catastrofi, tutti i debiti della guerra in Afghanista, in Iraq, in Libia!

Come se non sapessimo che la barbarie dell’ISIS è il frutto dei calcoli sballati dei nostri governanti, della brama di profitto dei fabbricanti di armi, del cinismo dei nostri padroni, pronti a giocare con le vite di milioni di innocenti per i loro interessi. L’avanzata del cosiddetto Stato Islamico non è solo l’effetto collaterale dei disastri creati da chi raccontava di voler “esportare democrazia” in Medioriente, ma è anche il prodotto deliberato delle politiche occidentali che hanno finanziato e alimentato questo mostro per mettere le mani sulla Siria, come il terrorismo islamico fu usato all’epoca per combattere l’URSS. E’ figlio dello strettissimo legame con la finta democrazia turca di Erdogan, pronto a tutto pur di sbarazzarsi del coraggioso popolo curdo a suon di bombe, anche a sostenere il Califfato. E’ il prodotto del sostegno finanziario, politico e commerciale a regimi oscurantisti e dittatoriali alleati dell’ISIS come quello del Qatar, a cui abbiamo appena venduto 28 aerei Eurofighter, o dell’Arabia Saudita, in cui il nostro premier Renzi è appena stato celebrando contento gli appalti incassati.
E’ anche il frutto dell’abbandono a sé stesso del popolo curdo, protagonista di una straordinaria resistenza nella città di Kobane e in tutta la regione nord della Siria dove governano secondo principi di libertà religiosa, uguaglianza sociale, emancipazione femminile… principi di cui si riempiono la bocca i nostri ipocriti governanti quando parlano della “nostra civiltà” ma che nella lotta di questo popolo a maggioranza musulmana si fanno realtà viva!

E allora noi non ci crediamo alle parole di chi ci governa e della stampa di regime, non ci crediamo quando dicono di voler difendere la nostra libertà, di voler affermare la democrazia, di far la guerra per l’uguaglianza. Sono gli stessi che ci privano della libertà nel luogo di lavoro, dove con la recente e definitiva abolizione dell’articolo 18 da parte del Governo Renzi viviamo nella costante minaccia di poter essere licenziati da un momento all’altro. Sono gli stessi che ci continuano a ripetere che le esigenze dei mercati finanziari sono più importanti del popolo che rappresentano, che contano di più i pareri delle agenzie di rating che le opinioni dei loro governati. Sono gli stessi che tagliano pensioni, servizi sociali, salari, lasciando i profitti crescere e la miseria dilagare. Sono quelli che la guerra la fanno ogni giorno e la fanno contro di noi! Sono quelli che usano il terrore dello spread, la minaccia della disoccupazione, la violenza degli sfratti per costringerci a compromessi sempre più al ribasso!
Adesso vogliono arruolarci nella guerra contro i barbari da loro stessi prodotti per nascondere la barbarie in cui ci gettano ogni giorno, per dirottare e approfittare della rabbia e della frustrazione a cui ci condannano quotidianamente. Tanto lo sanno che le vittime saremo sempre noi, lo sanno che le vendette alle loro bombe si abbatteranno su di noi, che saremo noi a morire per le loro guerre, per i profitti delle loro industrie. Dietro la maschera della “sicurezza” quello che vogliono ottenere è solo maggiore obbedienza al loro regime oppressivo. La Francia già è pronta a modificare la sua Costituzione, il nostro Paese si accinge a votare una legge per estendere il potere dei servizi segreti e in tutti i paese d’Occidente la stampa parla della necessaria rinuncia a molte libertà (le stesse libertà che contraddistinguerebbero la “nostra” civiltà!) in nome della lotta al terrorismo.

Noi non ci stiamo! Noi lo sappiamo quali sono gli ingredienti reali perché vinca la pace e finisca il terrore: sono la sicurezza sociale, il lavoro, tutto quello che manca in quei contesti, come le banlieus parigine da cui provenivano alcuni degli attentatori, dove poi attecchiscono le parole deliranti degli integralismi religiosi! Non sono i recinti, non è l’apartheid, non sono le bombe che alimentano solo odio e rancore in quei popoli costretti ancor più di noi all’impotenza dai nostri comuni carnefici e che finiscono per vedere in noi dei complici.
Per questo quello che vogliamo è:
- che i soldi sprecati per le armi siano destinati alla sanità, ai servizi pubblici, all’occupazione;
- l’apertura delle frontiere a tutti i rifugiati di tutte le guerre;
- la fine del sostegno al regime criminale di Erdogan e quelli oscurantisti dell’Arabia Saudita e del Qatar;
- la fine del sostegno all’apartheid israeliano e il riconoscimento della libertà di autodeterminazione del popolo palestinese;
- il sostegno alla lotta del popolo Curdo, in primis attraverso l’eliminazione del PKK dalla lista delle organizzazioni terroriste internazionali, essendo gli unici che lo combattono veramente!

Non ci arruolerete nelle vostre guerre… vostre le guerre, nostri i morti! Guerra alla guerra!

 

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