Roma vuole decidere - Assemblea 1 Ottobre

Continuano le lotte dei lavoratori e delle lavoratrici della galassia di appalti, subappalti, ditte esterne e partecipate del Comune di Roma.

I problemi sono infiniti: ritardi nell'erogazione degli stipendi, discriminazioni tra lavoratori che svolgono le stesse mansioni, un sottorganico che porta a ritmi e orari insostenibili. La cronaca politica è concentrata sullo scontro tra una giunta immobilizzata e confusa, incapace di esprimersi su questo e altri temi, e chi non vede l'ora di poter rimettere le mani su questo enorme giro d'affari. Ma difficilmente escono fuori le reali condizioni di chi questi servizi li manda avanti e su cui spesso vengono scaricate le colpe quando non funzionano. Tantomeno si parla delle lotte che portano avanti.Allora sta a noi prendere in mano la situazione! Avere voce comune, far valere le nostre ragioni ed elaborare una strategia condivisa che ci permetta finalmente di contare e rompere il teatrino che si gioca sulla nostra pelle!
Per discutere e programmare tutto questo ci vediamo , dove da quattro mesi i lavoratori autogestiscono il servizio per evitare che subentrino aziende private con appalti al ribasso pronte a impiegare anche manodopera gratuita ("volontaria"!).
Di seguito il comunicato di Decide Roma.


I  servizi pubblici e al cittadino di Roma Capitale sono da tempo un patrimonio sotto attacco dei grandi progetti di privatizzazione, senza portare vantaggi economici e qualitativi per la collettività ma solo malaffare e profitti per un pugno di aziende e amministratori: dal decreto “Salva Roma” all'attuale Decreto Madia, passando per il Documento Unico di Programmazione del commissario straordinario Tronca.

Da una parte l’affidamento dei cosiddetti “servizi pubblici locali” (trasporto, rifiuti, acqua, energia) oltre che di servizi culturali, di assistenza socio-sanitaria o gestione delle infrastrutture a società partecipate che, quand’anche ancora a maggioranza sotto controllo pubblico, hanno già aperto (o spalancato) le porte a soggetti privati che siedono nei consigli di amministrazione e che con il Decreto Madia otterranno pieno spazio decisionale.
Dall’altra la progressiva esternalizzazione di molti servizi al cittadino, in primis nei settori socio-sanitari, ambientali, scolastici, che hanno già prodotto precarietà diffusa, stipendi bassissimi, zero diritti per chi lavora e peggioramento dei servizi per gli utenti.
E’ quindi sotto gli occhi di tutti il fallimento dell’imposizione delle logiche privatistiche sui servizi pubblici e al cittadino. Sono migliaia le lavoratrici ed i lavoratori della città coinvolti nelle sorti dei servizi esternalizzati direttamente dal Comune o in subappalto dalle sue società partecipate, di Aec, assistenza domiciliare, servizi socio-sanitari, canili, nidi in convenzione, case di Riposo, trasporto locale periferico, accoglienza a migranti e rifugiati, ecc..e centinaia di migliaia gli utenti che subiscono le conseguenze dei tagli e degli aumenti tariffari.

Pensiamo quindi sia necessario e urgente porre fine a questa giungla di esternalizzazioni e appalti al ribasso; introdurre una clausola sociale obbligatoria che tuteli pienamente occupazione, diritti e salario perché si smetta di speculare su chi lavora e sancire la responsabilità del committente pubblico e meccanismi di sanzione e esclusione delle cooperative nel caso di mancati pagamenti e aggiramento di regole contrattuali e diritti; convertire le società che gestiscono i servizi pubblici locali in società di diritto pubblico che non abbiano come obiettivo la massimizzazione del profitto; reinternalizzare i servizi al cittadino, a partire da quello dei canili comunali i cui lavoratori, nonostante il licenziamento collettivo già avvenuto, portano avanti una lotta da mesi autogestendo e rendendo fruibile a tutti il servizio del canile comunale di Muratella.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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