[Bergamo] Il lavoro al tempo del Jobs Act - incontro con Marta Fana

MERCOLEDI 21 Dicembre ore 21:00 @ Barrio Campagnola, via Ferruccio dell'Orto, 20 (BG)

Incontriamo Marta Fana, dottoranda di ricerca all’Istituto di studi politici di Parigi, per parlare delle conseguenze del Jobs Act e della possibilità di abrogarlo.

Tra il 15 aprile e il 15 giugno del 2017 si potrebbe andare a votare per un altro referendum, quello chiesto dalla Cgil per abrogare una serie di disposizioni in materia di occupazione e licenziamenti, molte delle quali contenute nel cosiddetto JobsAct. Il condizionale, però, è d’obbligo, perché si andrà alle urne soltanto se la Corte costituzionale, l’11 gennaio, dichiarerà «ammissibili» le tre richieste referendarie, supportate da oltre 3 milioni di cittadini italiani e giudicate legittime dalla Cassazione il 9 dicembre scorso.

Il primo quesito punta all’abrogazione del cosiddetto Jobs Act (il decreto legislativo n. 23 del 2015) e di alcune disposizioni dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, con l’obiettivo di ripristinare - ma anche nelle aziende con più 5 dipendenti - l’obbligo di reintegrare in servizio chi sia stato licenziato per motivi disciplinari giudicati illegittimi (salvo che il lavoratore opti per un congruo risarcimento); per le aziende fino a 5 dipendenti, invece, il reintegro non sarebbe automatico ma a discrezione del giudice.

Il secondo quesito, riguarda l’abrogazione delle disposizioni che limitano la responsabilità solidale di appaltatore e appaltante (articolo 29 del decreto legislativo n. 276/2003); l’obiettivo del referendum è assicurare piena tutela a tutti i lavoratori, a prescindere dal loro rapporto con il datore di lavoro.

Il terzo punta all’abrogazione delle norme, sempre del Jobs Act, sul «lavoro accessorio», i cosiddetti voucher usati in maniera flessibile, inventati per cercare di regolarizzare le piccole prestazioni di lavoro solitamente pagate in nero.

Di questo e altro ne parleremo con Marta Fana, tenendo presente che il verdetto della Corte è temuto, da governo e maggioranza, più di quello del 24 gennaio sull’Italicum perché un eventuale via libera al referendum sul Jobs Act rischia di trasformarsi nella bocciatura di un’altra riforma (dopo quella costituzionale).

Per maggiori informazioni:

Rete Camere Popolari del Lavoro