[Egitto] Anche il movimento dei lavoratori in piazza contro il governo Morsi

Il 27 giugno, in migliaia, le operaie e gli operai della “Misr Helvan Spinning and Weaving Industry” di Mahalla el-Kubra sono scesi in strada in solidarietà con la manifestazione che ha lanciato il movimento “Tamarrud” (“Ribellione”) e che in queste ore sta riempiendo le strade e le piazze delle principali città egiziane per protestare contro il governo dei Fratelli Musulmani ed il suo presidente Morsi.

“Solo il 10 per cento dei lavoratori della Misr Spinning and Weaving Co. è al lavoro oggi, gli altri prenderanno parte alle manifestazioni" ha riferito Kamal al-Fayoumi, attivista sindacale egiziano.
Queste operaie e questi operai sono il cuore della classe lavoratrice egiziana, il cuore del movimento rivoluzionario che con la sua esplosione a partire dal 25 gennaio 2011 ha portato alla caduta del trentennale regime del “Faraone” Mubarak. In 25.000 sono impiegati nella più grande fabbrica tessile di un paese per il quale questo settore produttivo vale all’incirca il 48% dell’economia. La loro centralità appare quindi palese e il loro coinvolgimento nella manifestazione di oggi può aiutare a dare un colpo al governo di Morsi, alle prese con un tasso di crescita ben al di sotto delle attese, una disoccupazione galoppante, un prestito di 4,8 miliardi di dollari da parte del FMI, che comporterà licenziamenti, tagli e privatizzazioni, e con l’insoddisfazione e la rabbia di milioni di egiziane ed egiziani.
Pubblichiamo di seguito una nostra traduzione di un comunicato che il movimento dei lavoratori di Mahalla ha rilasciato lo scorso 21 giugno e che suona come un grido di battaglia contro il governo dei Fratelli. Al di là degli aspetti rivendicativi, che tengono insieme elementi più propriamente sindacali ed altri più politici (si pensi alla richiesta dell’immediata applicazione di salario minimo e massimo), ci pare emerga con forza la coscienza del ruolo che i lavoratori e le lavoratrici hanno giocato e possono continuare a giocare. Fino a poter arrivare all’arma di prender possesso della fabbrica e di autogestirla, convinti di avere le conoscenze e le competenze necessarie per far meglio di una dirigenza che si è dimostrata corrotta e che sta cercando di indebolire l’azienda per poter meglio giustificarne la privatizzazione.



[Egitto] Comunicato dei lavoratori della Misr Spinning, Mahalla
Traduzione a cura di Clash City Workers
Tratto da Mena Solidarity Network

Noi finiremo il lavoro e salveremo la nostra cittadella dal collasso
I lavoratori sono state le vittime del vecchio regime e lo sono del nuovo


Stiamo attraversando un momento cruciale nella storia dei lavoratori dell’Egitto in generale, e di quelli della Misr Spinning di Mahalla in particolare. L’industria dei filati e tessile sta fronteggiando una diabolica cospirazione ordita dalla banda condotta da ‘Mubarak’ Khairat al-Shater (della Fratellanza Musulmana) e da Hassan Malak, sotto gli auspici di Yahya Hamid, ministro degli investimenti, i cui tentativi di risolvere i problemi del settore tessile comprendono la spesa di 80.000 sterline egiziane per pasti per lui stesso e per i suoi compagni di merende, soldi rubati alla ricchezza del popolo egiziano e alle compagnie tessili pubbliche in particolare.

Compagni lavoratori: le nostre rivendicazioni non sono cambiate!
La banda dei Fratelli Musulmani recita solo una parte.

Abbiamo mostrato al signor Yahya Hamid, ministro degli investimenti, e pupillo di Mahmoud Muhyi al-Din, il ministro degli investimenti di Mubarak, proposte per la ripresa della compagnia e per il finanziamento di questi piani. Il signor Hamid aveva promesso di discutere le proposte e di fornirci cotone, ma il ministro della Fratellanza non si è nemmeno preoccupato di pensarci su e ha solo sottolineato che stava seguendo ordini ‘dall’alto’ sulle colline Moqattam (sopra Il Cairo). Questo è quello che ci si deve aspettare dal ministro, visto che il Presidente dà il suo consiglio su come dividere e distruggere l’Egitto da lassù.
Abbiamo portato rivendicazioni al ministro degli investimenti e lui aveva promesso accettarle e renderle esecutive nel mese di giugno. Quelli che mancano di rispetto alle rivendicazioni dei lavoratori non hanno conosciuto la loro rabbia – che è stata la causa della caduta di Mubarak. Ora è il turno della banda dei Fratelli Musulmani!

Le nostre rivendicazioni sono:
1.    Fornitura di cotone all’azienda;
2.    Applicare immediatamente il salario minimo e quello massimo;
3.    Aumentare l’indennità per il cibo;
4.    Aumentare il tipo dell’indennità di lavoro ed incorporarla in un aumento del bonus mensile fino a raggiungere 220 sterline egiziane;
5.    Risolvere i problemi di trasporto dei lavoratori turnisti e pagare un’indennità per i trasporti;
6.    Dare ai lavoratori lavori a tempo indeterminato dopo 20 anni di servizio;
7.    Dare alle lavoratrici donne qualificate nella produzione di indumenti delle sezioni in qualità di riconoscimento dei loro diritti;
8.    Dissolvere la Holding Company for Spinning and Weaving e ri-pubblicizzare la compagnia sotto il controllo del ministero dell’industria.

Compagni lavoratori e compagne lavoratrici! Siate pronte/i!

Il vecchio regime sta indossando una nuova maschera, e sta debilitando l’azienda come premessa per la privatizzazione e per venderci al miglior offerente, come hanno fatto con i nostri colleghi alla Shibin al-Kom e alla Tanta Flax. La prova sta nel fatto che il governo non ha ri-pubblicizzato le aziende privatizzate che le corti di giustizia avevano ordinato di ri-nazionalizzare.
Che fare ora? Noi abbiamo una chiara visione di come gestire la nostra azienda e abbiamo ingegneri, tecnici e lavoratori in vari dipartimenti che si impegnano nel lavoro anima e cuore. Non abbiamo bisogno dell’attuale dirigenza corrotta e dobbiamo batterci per mettere in azione la nostra visione.

Il movimento dei lavoratori di Mahalla
21 giugno 2013

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