[Bruxelles] Più di 120 mila manifestanti contro l'attacco del nuovo governo

Il 6 Novembre a Bruxelles si è tenuta la prima manifestazione nazionale dell'autunno, la prima contro il nuovo governo di Michel – De Wever alla testa di una coalizione di destra nota come “les nationalistes flamand”. 

Il corteo, compatto e numeroso (si parla di più di 120mila persone) aveva una composizione abbastanza eterogenea e rappresentativa dei vari settori della società belga, dagli studenti, ai sindacati, ai lavoratori, ai sans papiers. Tra i lavoratori quelli delle principali imprese del paese, ma anche del pubblico impiego, tra cui insegnanti e lavoratori dei trasporti. Inoltre protagonisti di questa giornata sono stati anche gli operai portuali di Anversa e di Bruges. Il neo governo infatti, fin dal suo insediamento lo scorso ottobre ha varato tagli per 11 miliardi di euro da effettuare nei prossimi cinque anni, che attaccano in maniera forte il mondo del lavoro, della cultura, della ricerca e dei servizi pubblici. Come prima misura sono state aumentate le tasse di accesso all'università, motivo per cui nelle scorse settimane ci sono stati frequenti cortei universitari nella capitale belga.  

Per quanto riguarda il sistema dei trasporti invece, la SNCB, la ferrovia pubblica belga, rischia la privatizzazione con tutte le conseguenze che ne derivano, dai tagli al personale all'aumento del costo del servizio.

Ma l'attacco più forte e su cui le tre principali sigle sindacali si sono unite nel controbattere sono le questioni relative al mondo del lavoro nel suo complesso.

Le ricadute si avranno innanzitutto sul sistema pensionistico, con il blocco del bonus pensionabile a partire dal gennaio 2015 che rappresenta un'integrazione non indifferente per le future pensioni minime, le uniche che di fatto subiranno un pesante contraccolpo (si parla di una perdita che potrebbe arrivare a 187 euro al mese). Come se non bastasse, dall'altra parte è stata aumentata l'età pensionabile da 65 a 67 anni entro il 2030. E per completare il quadro si ha l'intenzione di bloccare l'indicizzazione dei salari al costo della vita. Su questi punti i sindacati sembrano piuttosto uniti e sono già previsti ulteriori scioperi a rotazione nelle settimane seguenti che culmineranno poi in un primo sciopero nazionale del 15 dicembre.  

Un attacco, quindi, completo e incisivo al mondo del lavoro che ha visto oggi una rabbia fortissima in piazza, culminata con scontri con le forze dell'ordine in piazza, nel tentativo di arrivare ad una delle principali stazioni; un corteo dirompente e numeroso che non si vedeva da anni e che dimostra una forte determinazione e volontà dei lavoratori di opporsi e di resistere allo smantellamento del modello sociale belga.

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