[Germania] Sempre più giù... Modello tedesco e bassi salari

Anche se i media mainstream non fanno altro che parlare di Germania locomotiva d´Europa e modello economico da seguire, si trovano sempre piú punti di contatto sia tra le proteste che tra gli attacchi ai lavoratori o alle forme di sfruttamento in Italia e Germania.

Probabilmente le notizie che vogliono far passare l´idea della Germania quale Paese dalle condizioni economico-lavorative eccellenti servono a distogliere l´attenzione da qualcos´altro, vero è che serve a creare falsi miti, a non vedere dove sta davvero il problema o peggio a creare ‘guerre tra poveri’: è il caso dei lavoratori che arrivano ad esempio dalla Polonia e dalla Romania e vengono sfruttati e trattati male dai loro colleghi tedeschi, che non se la passano (in alcuni casi) meglio di loro.

Il sistema contrattuale e lavorativo tedesco è peró fatto di agenzie interinali che forniscono manodopera alle aziende e creano un sacco di tipi di contratti diversi, che alimentano lo sfruttamento, poi c´è la differenza data dal settore produttivo e dai diversi Bundesländer, aggiungiamo il fatto che ora si assiste alla giungla dei Minijob, lavori a chiamata, segmento di bassi salari, aumento del lavoro nero e tanto altro. Lo scenario che abbiamo di fronte non è quello che ci viene presentato dai media ufficiali.

Di seguito riportiamo invece un articolo tratto dallo Junge Welt sull´analisi del segmento dei bassi salari fatta da Gunter Wallraff, giornalista e scrittore tedesco noto per i suoi reportage ‘sotto copertura’

Grazie alle indagini di Wallraff scopriamo cosa si nasconde dietro la facciata, grazie alle sue indagini si arriva al cuore dello sfruttamento nella ricca Germania, se ne scopre l´abisso nei documenti relativi a Mac Donald´s, Amazon, DHL, Lidl, i Call Centers, ecc.

La Germania è a nudo, non ha scampo, e si rivela suo malgrado come un Paese dove i panettieri fanno turni disumani, gli agenti dei call center sono sottopagati, i lavoratori sono vittime di mobbing dall´alto, è il mondo del precariato e dell´assenza di diritti.

È questo, ma nessuno vuole dirlo.

Di Wallraff segnaliamo

Germania anni dieci (L'orma editore)
Faccia da turco (Pironti)
Notizie dal migliore dei mondi (L'orma editore)


Lavoro interinale, Minijobs, libera professione: Günter Wallraff si occupa del segmento dei bassi salari (‚Niedriglohnsektor‘) in Germania.
Articolo originale qui

A maggio dell´anno scorso abbiamo pubblicato un report sulla situazione in Germania.
Le cose non sono affatto cambiate, anzi la compressione dei salari, il costo degli affitti, il numero dei lavoretti mal-pagati, per citare solo alcune cose, sono aumentati: è con questo che la Germania ‘paga’ il suo boom economico? Perché la Germania continua ad essere citata quale esempio di benessere economico in articoli dove non si menziona affatto il segmento dei bassi salari o i Minijobs?

Secondo un rapporto di Böckler-Impuls dell´Istituto Hans-Böckler-Stifung in Germania lavorano più di otto milioni di persone nel cosiddetto segmento dei bassi salari (Niedriglohnsektor), che sono circa un quarto degli occupati.
Guadagnano meno di due terzi del salario medio del settore, quindi meno di 9,30 Euro. Dal 1995 il numero dei lavoratori con i salari bassi è salito da 5,9 a 8,4 milioni di persone. In particolare i dati riguardano giovani, persone meno qualificate, lavoratori con contratto a termine, stranieri, impiegati sopra i 54 anni e madri o padri soli.
I sindacati, le associazioni sociali (Sozialverbände), il partito Die Linke e altri criticano il fatto che coloro che percepiscono salari così bassi e vivono una situazione lavorativa di insicurezza non possono vivere bene. Spesso cadono in miseria (NdT. rientrando dunque nella lista di coloro che vivono sotto la soglia della povertà) pur avendo un lavoro a tempo pieno.
Senza avere la possibilità di potersi creare delle riserve e risparmiare dunque, si passa subito al dover temere per la propria esistenza. Altri accedono al sussidio del Jobcenter, sebbene abbiano diversi piccoli lavoretti.

Lo scrittore e giornalista Günther Wallraff ha pubblicato dozzine di contributi di coloro che lavorano nel segmento dei bassi salari sia nel libro "Die Lastenträger" (NdT. qui gioco di parole poiché il termine Lastenträger significa facchini ma si riferisce anche a coloro che sopportano dei pesi, "träger" da "tragen" portare e "lasten" pesi in senso piú lato) sia all´interno di una raccolta di testi. I lavoratori qui raccontano di un "lavoro senza prospettive" ai limiti della società, al di là dei contratti di lavoro, in lavori a termine e interinali, pagati a giornate, in franchising, con contratti legati ad un onorario specifico, nella libera professione e con società di subappalto.
Nel libro si affronta la questione di questi "lavoratori sottopagati, pagati miserabilmente e sfruttati", dice Wallraff. Anche lui è dell´opinione secondo cui il numero dei lavoratori, che a fine giornata tornano a casa e sanno che non possono vivere dignitosamente con il loro salario sarebbe aumentato "da anni" e "apparentemente in modo irreversibile". Wallraff conosce la questione, ha lavorato in incognito come aiutante panettiere da Lidl, come facchino e come agente di un Call-Center.
(...) Alcuni settori sono più colpiti rispetto ad altri, come ad esempio quello dei custodi, delle pulizie, delle costruzioni, della logistica e anche della vendita online (NdT. Amazon e Zalando, per fare un paio di esempi).
Molto spesso si riportano casi eclatanti. Nel 2013 sono morti bruciati due lavoratori rumeni a Papenburg. Avevano lavorato presso una società di subappalto della Meyer-Werft.
La raccolta di articoli si divide in quattro sezioni, di cui una é dedicata interamente al settore delle vendite online. Angela Bankert, segretaria del sindacato dei ver.di nel settore del commercio, racconta del gigante Amazon. Lavora nella sede di Koblenz e riporta di controlli e vessazioni in fabbrica. Lì i lavoratori devono prima raccogliere i pacchi da spedire, poi possono timbrare il cartellino. Bankert: "se timbri un minuto più tardi, ti vengono tolti 15 minuti. Se ti trattieni al lavoro, ti vengono accreditate le ore a partire dai 15 minuti in poi."

La 22enne Caro Lobig é approdata, come lo stesso Günther Wallraff, nell´azienda di vendite online Zalando per un periodo di lavoro. Ha parlato di vessazioni, di gente che fa la spia, di accordi di lavoro, di lavori a termine e di un cosiddetto "Zalando-Ranking". Secondo una tabella i lavoratori vengono classificati e di conseguenza, licenziati, rinnovati o messi a termine. Colui che riceve un punteggio maggiore è chi lavora velocemente e non si da malato.
Poi si passa ai contratti di lavoro, al Franchisee e alle società di subappalto. Vengono riportate numerose cose, tra cui lo stato pessimo di chi lavora negli ospizi (»Pflege-McDonald's«),
Si parla di stipendi da fame alla Mercedes, di dumping salariale nella categoria die macellai o dei mattatoi, di operai in proprio, di quelli che si occupano di vendite online, laddove il mercato colpisce di più.

Nel terzo capitolo sono descritti dettagliatamente i sistemi dei contratti d´opera nella logistica, UPS, Hermes, TNT, GLS o la DHL che fa parte del gruppo delle Poste tedesche.
Di particolare interesse è l´ultimo capitolo, dal titolo ‘Può andare diversamente: ribellarsi è possibile’. Viene riportato dei consigli di fabbrica in lotta, degli scioperi e delle azioni di solidarietà. Gli esempi ‘generano coraggio e stimolano l’emulazione’, dice Wallraff. Il giornalista ha fondato nel 2012 l´iniziativa »work-watch«. Si osservano e documentano casi di aziende contro lavoratori scomodi. »Union-Busting« si riferisce al modo di agire nei confronti dei sindacati; »Bossing« descrive invece il Mobbing aggressivo dalla dirigenza contro colleghi o membri del consiglio di fabbrica.

Fonte: Junge Welt

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