[Messico] In messico la scuola pubblica non é gratuita..si paga con la vita e con la libertá!

La mattina del 20 giugno la Sección 22 della CNTE (Coordinadora Nacional de Trabajadores de la Educación) conta 8 morti, 22 scomparsi e 45 feriti da arma da fuoco nello stato di Oaxaca.

Uno sconvolgente bollettino di guerra, risultato degli scontri del giorno precedente avvenuti ad Asunción Nochixtlán, sulla via tra Oaxaca e Cittá del Messico. Da giorni la popolazione dei paesi intorno alla cittá di Oaxaca ha bloccato le principali vie di comunicazione che uniscono la capitale alle piú grandi cittá del sud e del nord del paese. I blocchi sono riusciti a rallentare l’arrivo della polizia federale, proveniente da altri Stati per sgomberare l’accampamento che da mesi resiste nel Zocalo, la piazza centrale, della cittá di Oaxaca e reprimere i maestri, gli studenti, padri e madri di famiglia in rivolta contro la riforma educativa. Il 19 giugno i federali sono riusciti ad arrivare, in aereo e in elicottero, per reprimere con furia assassina i maestri ed il popolo solidale che aveva alzato le barricate. Hanno attaccato con l’ordine di uccidere, hanno occupato gli ospedali obbligando medici ed infermieri a curare solo la polizia, hanno arrestato i feriti e attaccato i presidi medici improvvisati dalla popolazione. Con il passare del tempo le informazioni circolano e il numero dei morti nello stato di Oaxaca sale: ad oggi sono 12 tra insegnanti, studenti e abitanti di Asunción Nochixtlán, Hacienda Blanca e Juchitàn.

Soprattutto negli Stati di Oaxaca, Chiapas, Guerrero e Michoacán i maestri e le maestre appartenenti alla CNTE si battono da almeno tre anni contro una riforma educativa che é inanzitutto una riforma del lavoro. La coordinadora é oggi una delle organizzazioni piú combattive e radicali del paese. La SNTE (Sindicato Nacional de Trabajadores de la Educación), di cui essa fa parte, resta una delle poche organizzazioni di massa che, nonostante tutte le contraddizioni interne e la corruzione dei piani alti della burocrazia sindacale, costituisce di per sé una presenza scomoda per l’avanzamento delle riforme strutturali di stampo neolberista nel paese. La coordinadora é oggi una delle organizzazioni sindacali piú combattive e radicali del paese e costituisce di per sé una presenza scomoda per l’avanzamento delle riforme strutturali di stampo neolberista nel paese. È per questo che il primo vero obiettivo della riforma è quello di controllare gli insegnanti e di frammentare il fronte sindacale.

Con gli esami di ‘valutazione meritocratica’ imposti dal governo federale anche i maestri sono finalmente disciplinati e precarizzati: licenziati i non ammessi! E licenziati tanti dei maestri che hanno rifiutato di sottoporsi a criteri di valutazione dettati da organismi internazionali come la OCSE. Le linee guida imposte sono malamente mascherate da ‘riforma educativa’ per l’innalzamento della qualitá dell’istruzione pubblica. In realtà fanno parte di un processo genarale di privatizzazione della scuola e precarizzazione dell’impiego pubblico. Per niente lontane dalla ‘Buona scuola’ italiana insomma. Niente hanno a che vedere con la realtà di molte comunità messicane, dove fare scuola pubblica vuol dire insegnare a classi multilivello, con alunni di etá e preparazione differente, in edifici estremamente poveri, essenziali e decadenti. Mentre aumentano le facilitazioni finanziarie agli istituti privati, si riducono i fondi di supporto alle infrastrutture pubbliche.

A marzo Aurelio Nuño, politico del PRI e Segretario de Educación Pública dal 2015, annuncia il futuro smantellamento del sistema formativo per insegnanti, le cosiddette scuole ‘normali’. Ereditate dalla Rivoluzione messicana e caratterizzate da una didattica alternativa di stampo socialista, le normali hanno portato l’istruzione anche nelle comunità rurali più povere del paese, rappresentando spesso un veicolo fondamentale di mobilitazione politica degli studenti e delle loro famiglie. La scomparsa dei 43 studenti di Ayotzinapa, avvenuta due anni fa nello stato di Guerrero con la complicità tra reappresentanti del governo locale e narcotraffico, è il risultato di un lungo conflitto in atto tra le istituzioni pubbliche e i normalisti. Il governo reprime e taglia i finanziamenti, gli studenti radicalizzano inevitabilmente le forme di appropriazione diretta delle risorse per l’autogestione della scuola.

Negli ultimi mesi la lotta dei maestri si é nuovamente radicalizzata e in primavera sono ripartiti blocchi stradali, scioperi, boicottaggio dei test valutativi e accampamenti in varie piazze del paese contro il programma di riforma. Il governo federale ha risposto con licenziamenti di massa, arresti e sgomberi ripetuti. Prima è toccato al presidio permanente installato nel centro di Cittá del Messico nei pressi della Secretarìa de Educaciòn. Il 21 maggio i maestri occupanti sono stati circondati in piazza Santo Domingo, caricati a forza su decine di autobus e deportati nei luoghi di origine. L’11 giugno la polizia ha cercato di smantellare un accampamenento simile installato di fronte alla Oficina de Educaciòn di Oaxaca. I maestri hanno resistito e instancabili sono tornati a centinaia da Oaxaca, Chiapas, Guerrero e Michoacan ad occupare la Ciudadella vicina al Palacio de Gobernacion, dove mantengono da mesi un presidio da cui partono quasi quotidianamente cortei e blocchi stradali.

Ci sono stati numerosi arresti di leader sindacali, cominciati giá dallo scorso autunno. Nelle ultime due settimane il governo ha accelerato il processo di smantellamento della rappresentanza sindacale. Il 12 giugno sono state arrestate le due piú alte cariche della coordinadora, Ruben Nuñez e Francisco Villalobos, che sono stati rinchiusi a migliaia di km di distanza nel carece di massima sicurezza di Hermosillo, nello stato di Sonora. L’accusa a carico di Nuñez é ancora sconosciuta e Villabons e´stato arrestato da federali armati con l’accusa di aver rubato libri un anno fa! Le detenzioni sono una chiara minaccia all’organizzazione dei maestri e l’ennesimo tentativo di smobilitare la lotta. Nel frattempo Peña Nieto, presidente della Repubblica, annuncia l’apertura al dialogo, ma a condizione che i maestri accettino la ‘riforma’ e tornino ai loro posti di lavoro. Evidentemente una farsa messa in scena per tentare di far fronte all’indignazione che tanta repressione sta generando in vari strati della societá, in realtá nessun passo indietro sulla ‘riforma educativa’.

Di fronte alla resistenza della CNTE, che pretende senza se e senza ma la revoca della riforma per una vera educazione pubblica, laica e libera, la risposta del governo federale è stata ancora una volta la militarizzazione. Ma la repressione assassina che ha colpito la popolazione di Oaxaca ha solo prodotto un’ondata di solidarietà ancor più forte e diffusa. Si moltiplicano le assemblee universitarie a città del Messico, i comunicati di solidarietà da parte di movimenti, organizzazioni politiche ed intellettuali. Aumenta il numero delle persone che partecipano ai cortei e portando cibo e materiale di prima necessità negli accampamenti sparsi in tutto il paese. I blocchi stradali non si fermano ed aumentano le mobilitazioni negli stati di Oaxaca, Chiapas, Guerrero, Michoacan, Veracruz, Tabasco, Baja California. La voce è una e risuona forte: el maestro luchando tambien esta enseñando!

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