[Stato spagnolo] Confindustria all'attacco dei lavoratori della GDO

Più volte abbiamo potuto osservare che l'attacco sferrato contro i lavoratori in Italia non è un'eccezione nel panorama europeo.

In tutti i paesi dell'Unione Europea la via d'uscita dalla crisi individuata da governi, imprenditori e banchieri, significa uscita dalla crisi di accumulazione di profitti. La via individuata è la stessa: un attacco feroce alle condizioni di vita e di lavoro dei lavoratori e delle lavoratrici. Ciò che cambia sono velocità di attuazione e misure specifiche. Sempre più spesso, però, siamo di fronte a soluzioni praticamente uguali.

È il caso dell'offensiva che la Patronal, equivalente alla nostrana Confindustria, sta sferrando contro i lavoratori della grande distribuzione. La proposta di rinnovo del contratto collettivo nazionale prevede infatti un aumento delle ore di lavoro, la creazione di meccanismi che leghino lo stipendio all'andamento dei consumi e, infine, l'eliminazione di quella parte di salario “extra” che oggi è corrisposto a chi lavora nei giorni festivi e di domenica. Elementi che non appariranno affatto nuovi agli occhi di chi, in Italia, lavora nella grande distribuzione (ma non solo) e, proprio in questi mesi, si trova a fronteggiare l'assalto su più fronti proveniente dalla parte padronale.

Confindustria all'attacco dei lavoratori della GDO: più ore di lavoro, stipendio legato ai consumi  e  eliminazione degli 'extra'

Fonte: Publico.es (21/01/2013)
Traduzione a cura di Zeistar (per info e contatti: )


I dirigenti di Ikea, Cortefiel, C&A, Alcampo e LeRoy Merlin, e di molte altre imprese legate alla grande distribuzione, pretendono di legare gli stipendi dei loro lavoratori all’andamento dei consumi.
La Associazione Nazionale delle Imprese Della Grande Distribuzione (ANGED) ha proposto ai sindacati l’eliminazione di una paga extra e delle “gratificazioni” sul salario per chi lavora i festivi e le domeniche, così come la creazione di meccanismi per modificare il salario secondo l'andamento dei consumi. Queste sono alcune delle proposte iniziali della Patronal della grande distribuzione messe sul tavolo della concertazione del nuovo Contratto Collettivo Nazionale che durerà quattro anni, fino al 2016, come fonti sindacali informano Europa Press.

Concretamente, oltre al congelamento degli incrementi salariali per anzianità e degli stessi salari, ANGED propone l’aumento della giornata lavorativa passando dalle attuali 1.770 ore annuali alle 1.826,27 ore, cosa che presuppone, secondo le stesse fonti, un carico di lavoro maggiore con un salario uguale o inferiore. In più si stabilisce la creazione di un calendario di lavoro mensile che potrà essere modificato durante il mese stesso, cosa che si traduce in una “rottura assoluta” con qualsiasi criterio di conciliazione.

Sull’eliminazione di una delle quattro paga extra, l’ultima proposta di ANGED – che comprende gruppi imprenditoriali come El Corte Inglés, Ikea, Cortefiel, C&A, Carrefour, Alcampo e LeRoy Merlin – verte sulla posibilita di ridurre questa fetta di salario in un sol colpo o suddividendola in 16 parti. “Pretendono che i margini di profitto persi a causa della diminuzione dei consumi si ripercuotano sulle condizioni lavorative dei lavoratori della pianta organica di queste imprese”, affermano le stesse fonti sindacali, che hanno aggiunto anche che “le imprese devono accettare che nell’attuale congiuntura economica non possono pretendere di continuare a fare profitti nella stessa maniera in cui li facevano nel periodo delle vacche grasse e che mantengano adesso questi margini attraverso la riduzione dei salari dei propri lavoratori”.

Secondo gli ultimi dati dell’Istituto Nazionale di Statistica (INE), le vendite del commercio al dettaglio sono diminuite durante lo scorso mese di novembre del 7,8% in relazione allo stesso mese del 2011, moderando di sei decimi la caduta interannuale che si è concretizzata a ottobre (-8,4%), un mese dopo l’entrata in vigore dell’aumento dell’IVA. Con la diminuzione interannuale di Novembre, il commercio al dettaglio accumula ben 29 mesi consecutivi di caduta delle vendite. Nei primi 11 mesi del 2012, il settore ha visto ridotte le vendite del 6,4% rispetto allo stesso periodo del 2011.
Tutti i settori della distribuzione hanno visto diminuire le vendite. La maggiore diminuzione l’hanno vissuta le piccole catene di distribuzione (-11%), seguite dalle imprese con sede unica (-9,9%), le grandi superfici (-9,7%) e le grandi catene che hanno visto una riduzione del fatturato del 2,7%.

Rete Camere Popolari del Lavoro