Dopo la mobilitazione del 29 alla Granarolo di Bologna continua la lotta: report e prossimi appuntamenti

Riportiamo il comunicato dell'assemblea tenutasi all'esterno dello stabilimento Granarolo di Bologna il 29 Giugno in seguito alla mobilitazione e blocchi in solidarietà ai 41 lavoratori licenziati per essersi opposti al regime di sfruttamento della "Grande Mucca". In conclusione vegono lanciati nuovi appuntamenti di lotta sia alla Granarolo che, più in generale, nel comparto logistica (vedi giù).

Continuiamo a sostenere la lotta dei lavoratori della logistica, sia partecipando, dove possibile alle iniziative di lotta in programma, sia sostenendo direttamente la cassa di resistenza (qui tutte le indicazioni), sia boicottando e promuovendo in tutte le sue forme, il boicottaggio dei prodotti Granarolo, mettendo in discussione l'immagine accomodante e familistica che la stessa azienda bolognese propone all'esterno e smacherandola.

Oltre 500  tra lavoratori delle cooperative della logistica, attivisti e lavoratori di altri settori,  provenienti dall’Emilia Romagna, dal Veneto, dalla Lombardia, dalla Toscana, dal Piemonte e dalla Campania (il Comitato Cassaintegrati e Licenziati Fiat di Pomigliano) hanno dato vita una nuova importante giornata di lotta, con blocco dei cancelli della Granarolo a Bologna, a partire dalle ore 3 del mattino, fino a mezzogiorno.

Si è trattato di una nuova importante risposta che in tanti abbiamo voluto dare all’arroganza di chi si è prestato  a sottoscrivere un accordo-truffa siglato in Prefettura dai sindacati complici, da Cogefrin, Interporto, CTL, Granarolo-Zero Quattro, Legaccop e Consorzio SGB, in sostanza dall’intero sistema di potere economico e politico in Emilia Romagna. Un accordo che viene dopo una vergognosa azione ordinata da Granarolo e da Legacoop volta a “normalizzare” una situazione che ha visto dei lavoratori  osare a mettere in discussione, scioperando, la decisione della loro cooperativa di tagliargli il salario del 35% (in realtà del 50% visto che la cooperativa pagava gli istituti contrattuali al di sotto del 100% e non aveva applicato gli scatti economici d’anzianità).



I 41 licenziamenti, assieme a quanto deliberato dalla Commissione Prefettizia in materia di scioperi nella logistica, rappresentano un atto politico preciso, una dichiarazione di guerra contro chi si oppone al sistema di supersfruttamento delle cooperative, nel tentativo di stroncare un movimento di lotta che si sta allargando sempre di più a livello nazionale. “Colpiscine 40 per educarne 40.000” questo sembra essere il significato di questa vergognosa azione repressiva. Il messaggio lanciato è molto chiaro ed è stato ben capito da chi si è mobilitato sabato e lo farà anche in seguito: se questa operazione dovesse andare in porto, rappresenterebbe un precedente gravissimo  per l’intero movimento.

La proposta di accordo si muove in questa direzione: è fumo negli occhi per far passare il concetto che chi lotta, non solo, non migliora la sua condizione, ma è destinato a perdere quel poco che aveva. Infatti, quello che prevede l’accordo, è un generico impegno da parte di SGB di assumere i 41 lavoratori licenziati per collocarli in cigs in deroga per 6 mesi. Ora, a parte il fatto che la CIGS in deroga può essere  usufruita solo dopo 90 giorni dalla data della nuova assunzione e, in ogni caso, come fa l’INPS a concedere ad una azienda la  CIGS in deroga a chi sa in partenza che non è in grado di  impiegare quei lavoratori? Ma al di là di eventuali miracolistiche soluzioni, che sanno molto di truffa ai danni dell’INPS,   resta il fatto che non c’è alcuna garanzia per nessuno, mentre è chiaro l’intento di prendere tempo e far pagare pesantemente a questi lavoratori un prezzo molto salato per quello che hanno fatto.

Tutto questo è stato ribadito nella giornata di sabato con la lotta (l’unico deterrente per ottenere un impegno certo al reintegro dei lavoratori), determinazione che ha portato i lavoratori e chi è arrivato per portare la solidarietà, a non accettare di spostarsi dal blocco dei cancelli, nonostante i ripetuti tentativi,  messi in atto dalla polizia, di rimuovere con la forza i picchetti. Siamo rimasti lì per terra, legati l’uno all’altro,  a voler rappresentare  la  volontà di andare avanti in questa lotta senza lasciarci intimorire da chi  riceve ordini dallo stato maggiore di una vera “associazione a delinquere” che fino ad oggi ha agito impunemente, coperta da leggi compiacenti.

IL TEMPO DELLE FURFANTERIE E’ SCADUTO!! OGGI E’ TEMPO DI LOTTA PER CHIEDERE LA DIFESA DI UN SALARIO, PER CHIEDERE DIRITTI E PER NON DOVER PIU’ ABBASSARE LA TESTA DAVANTI AD UN PADRONE E I SUOI CAPORALI CHE NON CI FANNO PIU’ PAURA.

E’ sulla base di questi elementi che abbiamo deciso di dare continuità alla lotta intrecciandola con quella per migliorare le condizioni di lavoro e contrattuali per tutti a partire dalla vertenza per il rinnovo del CCNL.  

L’ASSEMBLEA DI LOTTA DEL 29 GIUGNO DAVANTI ALLA GRANAROLO PROPONE:

1. ESTENDERE OVUNQUE LA CAMPAGNA DI BOICOTTAGGIO CONTRO LA GRANAROLO
2. ALL’INTERNO DELLO STATO DI AGITAZIONE PERMANENTE PER IL RINNOVO DEL CCNL, DARE VITA, ENTRO 20 GIORNI DALLA DATA ODIERNA, AD UNA GIORNATA DI SCIOPERI ARTICOLATI SENZA PREAVVISO ALL’INTERNO DEL COMPARTO DELLA LOGISTICA;
3. CONTINUAZIONE DEI PICCHETTI ALLA GRANAROLO
4. LANCIARE UN APPELLO A TUTTE LE REALTA’ SOCIALI, SINDACALI, ARTISTICHE E CULTURALI PER CREARE UN NUOVO GRANDE EVENTO, CON BLOCCO DELLA GRANAROLO, DA EFFETTUARSI IN DATA 13 LUGLIO, PER RICHIEDERE LA RIASSUNZIONE DI TUTTI I 41 LICENZIATI.


L’ASSEMBLEA DI LOTTA DEL 29 GIUGNO DAVANTI ALLA GRANAROLO
SICOBAS / ADL COBAS / CONF. COBAS PRIVATO

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