[Milano] Sciopero AFOL - Formatori e studenti uniti contro tagli e precarizzazione

Lo sciopero che si è tenuto oggi all’Afol di Milano è stato molto partecipato dai lavoratori e sentito da studenti e genitori. L’unica parola d’ordine istituzionale continua ad essere quella dei tagli.

Ma l’Afol rappresenta una delle ultime possibilità di formazione al lavoro per giovani in situazioni sociali difficili e per famiglie che sempre più spesso non possono permettersi di “spendere soldi” per l’educazione dei figli e hanno bisogno che entrino subito nel mercato del lavoro per portare a casa i soldi (magari svolgendo per necessità lo stesso lavoro).
Qui di seguito il report dei lavoratori della giornata di lotta e, in fondo, una breve cronistoria che fa comprendere come siano interessi economico-clientelari a muovere la gestione dell’ente sopra le teste di lavoratori e studenti.

Afol in lotta. Formatori e studenti uniti contro tagli e precarizzazione

L'adesione allo sciopero è stata quasi totale nell'area formazione, soprattutto nel CFP Paullo (Centro di Formazione Professionale di prima formazione) dove più si sono concentrati i tagli, scarsa nell'area lavoro e in amministrazione.
Il dato interessante però non è questo, ma il grosso coinvolgimento che c'è stato da parte degli studenti e da parte dei genitori.
Diverse delegazioni di genitori e di studenti sono salite spontaneamente in direzione a portare le loro proteste. Calme ed educate quelle dei genitori, molto più "colorite" invece quelle degli studenti.
A riceverli non c'era però il direttore generale di AFOL, artefice dei tagli, ma il direttore della formazione che si è destreggiato in giri di parole senza però poter nascondere la natura dei tagli.
L'ottimo risultato di questo sciopero sta nell'aver svegliato le coscienze di queste ragazze e questi ragazzi. Hanno saputo oggi di non avere più a disposizione i tutor che sono stati loro importante punto di riferimento negli anni scorsi (vista l'utenza piuttosto difficile dei CFP, il tutor è una figura fondamentale). La loro reazione è stata quindi, oltre che solidale nei nostri confronti, di rabbia per essersi visti mancare un diritto.
Nei prossimi giorni si tratterà di lavorare  per far si che la rabbia si possa incanalare in una protesta dura e duratura contro la direzione.
Oggi si è visto che da parte loro c'è la volontà, mancano però gli strumenti, ad esempio nessuno era al corrente che esistono di diritto le ore di assemblea d'istituto, anche perchè mai ne sono state fatte (e credo che non ne siano mai state fatte in qualsiasi CFP).
Stessa cosa per quanto riguarda i genitori, salvo alcune proteste di singoli nei nostri confronti, la quasi totalità dei presenti si è dimostrata solidale andando a protestare in direzione,  stringendo anche un primo legame fra di loro. Vista la situazione difficile, alcuni di loro hanno manifestato la volontà di formare una sorta di comitato genitori per monitorare la situazione. Anche qui si dovrà tenere alta l'attenzione prima che calino gli entusiasmi iniziali.
La mattinata di oggi ha dimostrato che la battaglia si può vincere, ma molto importante per i nostri scopi sarà la solidarietà che si verrà a creare tra personale, studenti e genitori.
Come recitava il nostro striscione, è solo l'inizio...

Cronistoria AFOL Milano

Nel 2007 la Provincia di Milano (Sotto la guida della giunta Penati di centrosinistra) crea le aziende speciali AFOL (Agenzia per la Formazione l’orientamento e lavoro), con la finalità di gestire i servizi dedicati al Lavoro (centri per l’impiego, collocamento obbligatorio), alla Formazione professionale (i CFP ex regionali di prima formazione in obbligo scolastico, di formazione di specializzazione post diploma e formazione continua e permanente di aggiornamento professionale) e all’Orientamento (politiche attive del lavoro e dispersione scolastica). Tutti questi servizi, erogati precedentemente dalla Provincia, saranno gestiti da questa nuova realtà aziendale, al 100% di proprietà della Provincia ma con una sua autonomia gestionale. Oltre ad AFOL Milano vengono create varie AFOL periferiche su tutto il territorio provinciale. A differenza di AFOL Milano, queste vedono anche la partecipazione dei comuni. AFOL Milano viene presentata come un futuro Polo d’eccellenza per il lavoro e l’innovazione.
Di fatto i servizi e la loro erogazione non cambia, cambia però l’assetto istituzionale. Si tratta infatti di un ente pubblico economico, per il quale viene istituito un CDA, con un presidente (di nomina politica) più diverse nuove figure dirigenziali.

Questi servizi erano per la maggior parte portati avanti da lavoratori precari della Provincia di Milano, molti con contratti atipici da più anni. Ai lavoratori viene promesso che, grazie all’istituzione delle AFOL, sarebbero stati progressivamente assunti a tempo indeterminato da questa nuova azienda.
    
Nel 2008 viene firmato un accordo sindacale che prevede, nell’arco di tre anni, la stabilizzazione per tutti i lavoratori precari di AFOL.

Ovviamente l’accordo sarà disatteso, le assunzioni saranno per un numero limitato di lavoratori, finché non si arriva nel 2009 al cambio di giunta, con la vittoria del centrodestra di Podestà.
La prima intenzione di Podestà è quella di chiudere le AFOL, poi però ci ripensa. L’assetto istituzionale di AFOL è infatti un ottimo contenitore clientelare, essendo un ente pubblico economico quindi di natura privatistica. Podestà nomina ai vertici aziendali diversi personaggi legati alla sua fazione del Pdl fra cui Luigi Degan (direttore generale) e Silvia Sardone (consigliera che poi diventerà presidente) i quali si presentano con intenzioni di drastiche riduzioni di personale.

Questo produce, tra la fine del 2010 e l’inizio del 2012, una serie di mobilitazioni e vertenze legali  che portano alla stabilizzazione di tutto il personale assunto a tempo determinato. Nel frattempo il DG Luigi Degan viene destituito da una sentenza del Tar per aver falsificato il Curriculum nel momento in cui è stato nominato Direttore (il bando infatti richiedeva precedenti esperienze dirigenziali). Verrà poi rimesso in carica da una sentenza del consiglio di stato.

Restano fuori da questa stabilizzazione i lavoratori con contratto a progetto che lavorano soprattutto nella formazione professionale. Si tratta di insegnanti, tutor e coordinatori dei corsi di formazione di obbligo formativo DDIF (scuole professionali di estetica, acconciatura e sartoria) e della formazione di specializzazione post diploma e di aggiornamento professionale in vari ambiti (informatica, chimica, servizi alle imprese, fotografia, comunicazione visiva e moda).

Con l’entrata in vigore della legge Fornero, a settembre 2012 i contratti a progetto vengono trasformati a tempo determinato. Per bloccare eventuali cause legali, viene però richiesta la firma di una conciliazione su tutti i contratti pregressi. Anche in questo caso viene promessa l’uscita a breve di bandi per la stabilizzazione, bandi che ovviamente non usciranno mai.

Il 2013 è l’anno nero di AFOL Milano. Si consuma una lotta di potere fra le alte sfere dirigenziali che riflette la diaspora interna al PDL. Luigi Degan viene definitivamente messo fuori dai giochi in seguito ad una sentenza penale sulla vicenda del CV falso, vengono fatte una serie di assunzioni clientelari, vengono gonfiate le spese per gli acquisti (AFOL Milano finisce sui giornali per aver tentato di acquistare arredi a prezzi da capogiro) si buttano soldi in fantomatici progetti faraonici, vengono smantellati servizi come l’orientamento (pur essendo parte della mission di AFOL) e vengono smantellati uffici che garantivano il reperimento di risorse economiche. A farne le spese sono come sempre i lavoratori e gli utenti dei servizi.

Viene continuamente ripetuto che dal punto di vista economico non ci sono problemi, che i conti di AFOL Milano sono in ordine, ma i bilanci non vengono approvati.
Per 3 anni di fila il bilancio non viene approvato dal consiglio Provinciale (che ha comunque un potere di controllo sulla gestione di AFOL Milano) ma vengono costantemente concesse deroghe all’approvazione, questo riflette i contrasti interni della maggioranza in consiglio, con un PDL in progressivo disfacimento. Questo permette alla dirigenza AFOL Milano di fare tutto senza alcun controllo e senza che il bilancio sia reso pubblico.

Con il decadimento del consiglio provinciale dello scorso giugno e l’investitura di Podestà come commissario, sarà lo stesso Podestà ad approvare i bilanci degli ultimi 3 anni.

A questo punto emergono i problemi finanziari dell’azienda, che prima venivano semplicemente nascosti. Ovviamente i primi a farne le spese sono i lavoratori precari della formazione. Ad alcuni non è stato rinnovato il contratto, altri sono in vertenza. Negli stessi giorni, ad agosto in gran segreto, escono dei bandi interni per assegnare 8 posizioni di alto profilo con relative indennità e premi, per un esborso totale che supera i 100.000 euro per le casse dell’agenzia.



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