[Livorno] I lavoratori TRW occupano confindustria

Raccontare la giornata di ieri non è semplice. Le emozioni che abbiamo vissuto per un’intera giornata di lotta insieme agli operai della TRW e a tutti e tutte le solidali che sono accorsi all’occupazione della sede di confindustria, sono forti.

Il vedere le lacrime sui volti di tante persone che stanno per perdere tutto, la rabbia che si sfoga contro l’istituzione dei padroni, la tensione respirata. Abbiamo passato tante giornate così, ma questa di certo, per l’intensità vissuta, non la si può dimenticare. Il fatto che una sede di confindustria sia stata occupata dai lavoratori è un fatto storico.

Ma facciamo un passo indietro, per capire come si è arrivati a questo momento.

Qualche giorno fa (per l’esattezza mercoledì) all’arrivo del turno di notte, gli operai della trw scoprono che la chiusura dell’impianto è ormai prossima. Nuove linee di produzione sono già pronte a Pamplona. Qualcuno del sindacato lo sa, ma nessuno lo ha comunicato. Il turno di notte non ci sta, e così gli operai decidono di entrare in assemblea permanente all’interno dello stabilimento, bloccando la produzione.

Per chi non lo sapesse, la TRW fa componentistica per auto, soprattutto fiat ducato, maserati e ferrari. Roba non da poco. Già fermare la produzione, di per sé, di componenti essenziali, crea molti danni al caro Marchionne. E con la mossa di rinchiudersi in fabbrica in assemblea permanente, i lavoratori ottengono un incontro anticipato con la dirigenza e le rappresentanze sindacali presso la sede di confindustria per ieri mattina.

Eccoci, dalle 9 gli operai sono in presidio sotto confindustria. Arrivano delegazioni di molte altre fabbriche livornesi. Magna, Benetti, Eni. Sono veramente in molti.
Ma le trattative dentro non vanno molto bene, la dirigenza non ne vuole sapere. Dopo qualche ora, Simone Puppo, dirigente della Fiom, esce fuori dalla sede di confindustria di Via Roma. Probabilmente voleva fare un intervento per prendere più tempo, ma gli è bastato dire che la dirigenza non voleva trattare, che la rabbia si sfoga in tutta la sua forza. Urla, insulti verso i padroni e verso il sindacato che negli anni non è riuscito ad evitare che si arrivasse a questo momento, e poi un gruppetto che parte, montano in 4 o 5 su una finestra lasciata aperta. Entrano. Poco può fare digos e polizia fuori dall’ingresso principale. Tempo pochi secondi e le porte vengono spalancate. La sede di Confindustria di Livorno è occupata dagli operai trw, che dentro cercano i dirigenti. Fuori si sentono urla, rumori di colpi, viene anche acceso un fumogeno. La rabbia che si sfoga.

I dirigenti, come topi in trappola, si rinchiudono in una stanza, da dove non usciranno se non a buio.

Le segreterie sindacali vengono scavalcate dalla base, la polizia non può nulla. Gente con le lacrime agli occhi risfonda nuovamente un portone che inutilmente il vicequestore cerca di tenere chiuso. Quest’ultimo viene cacciato in strada dai lavoratori al grido “tanto tu a fine mese riscuoti, noi no”. Ce n’è anche per le dirigenze sindacali CGIL, Puppo e Strazzullo, che durante tutta la giornata vengono a più riprese insultati per il comportamento schizofrenico tenuto nel corso degli anni: poco era stato fatto infatti dal sindacato per evitare che si arrivasse a questo momento, ed è inutile che adesso facciano la voce grossa o si riempiano la bocca di buoni propositi.

La confindustria è occupata, fuori viene messo anche uno striscione che recita “Confindustria Occupata, padroni a casa”. Il rapporto di forza è in mano ai lavoratori, dentro non sono entrati solo rsu o dirigenti sindacali. Ci sono tanti semplici lavoratori che diventano protagonisti e portavoce durante tutta la giornata.
Il braccio di ferro va avanti. Interviene il sindaco Nogarin che si propone come garante, la questura cerca di tenere inutilmente sotto controllo una situazione che sembra essere sempre più ingestibile. Anche le camionette chiamate, non vengono fatte intervenire, sarebbe stato solo uno spicinio.

Nel mentre che va avanti la cosa, l’ex sindaco Cosimi del PD prova a passare dal presidio di solidali esterno alla sede di confindustria. Viene cacciato dalla rabbia della piazza. Una figura peggio di così, il PD non la poteva fare.

Alla fine la dirigenza accetta di sedersi al tavolo delle trattative, ma per farlo, deve lasciare la confindustria occupata, perché in una condizione del genere sembra che qualsiasi ratificazione possa essere invalidata perché una delle due parti è sotto minaccia.

Dopo ore e ore, in cui la presenza fuori di solidali si fa sempre più sentire (arriva persino una delegazione dalla Piaggio di Pontedera), i lavoratori accettano che la dirigenza venga scortata da alcuni di loro fino alla prefettura dove il prefetto, in qualità di rappresentante del governo, chiama le parti per farle sedere a un tavolo di trattativa, con il comune di Livorno nella qualità di garante.

L’occupazione viene lasciata, ma per giungere a questo punto si sono dovuti scomodare in molti. Comune, Regione, il governo, anche Landini della Fiom nazionale ha messo in guardia i lavoratori dicendogli di non lasciare l’occupazione di confindustria fino a che l’invito in prefettura non fosse stato ufficializzato.

Come dicevamo, l’occupazione viene lasciata, il presidio si trasforma in corteo che blocca per una mezz’ora il centro della città durante l’ora dell’aperitivo, e si raggiunge così la prefettura che viene assediata e presidiata fino a notte fonda.

La trattativa si risolve in un nulla di che. La proprietà chiede che si torni a lavorare, e nel mentre si è attivato il governo che ha chiamato le parti a un incontro al ministero per il 29 ottobre. Secondo la dirigenza l’impianto ha solo 2 anni di vita e sarebbero previsti comunque 50 esuberi ogni semestre. I lavoratori decidono nel frattempo di tornare alla fabbrica e organizzare un presidio permanente. Lunedì mattina si riuniranno per decidere come proseguire nella lotta.

Da questa giornata abbiamo imparato tanto. Forse si sarebbe potuto osare di più, non cedere alle pressioni delle istituzioni e rimanere ancora e ancora dentro confindustria, per portare il caso a un livello di attenzione mediatica e politica più alta. Ma la partita in realtà è ancora aperta, niente è stato deciso in maniera definitiva. Certo, era ben altra cosa trattare con 2 capi di una multinazionale tenuti in ostaggio dai lavoratori dentro una sede del sindacato padronale occupata. Ma la forza, il coraggio e la tenacia di quei momenti, possono riespoldere, basta volerlo. La solidarietà portata da altre vertenze e da altri lavoratori è stata tanta, ma si può ottenere di più, si può tentare di chiedere a tutta la città di alzare la testa.

Oggi pomeriggio ci sarà un corteo promosso dai Comitati Autonomi dell’Ex Caserma occupata, che parlerà di speculazioni edilizie, cementificazione, casa e diritti sociali. Ma anche di lavoro e dignità. L’invito è di scendere in piazza oggi tutti uniti insieme, perché è solo lottando uniti che si ottiene qualche vittoria. E questo ieri lo abbiamo imparato bene, quando abbiamo visto i lavoratori della trw, lottare uniti, spalla a spalla, per difendere con le unghie e con i denti il proprio posto di lavoro, la propria dignità, la propria vita.

da livornoindipendente.it

alcuni video della giornata (tratti da pisorno.it):

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