[Roma] 27 novembre: dipendenti comunali in lotta contro il contratto decentrato!

Aggiornamento: in seguito al presidio che si è svolto  il 27 novembre a Piazza Madonna del Loreto (Roma) l'applicazione del contratto decentrato è stata posticipata al primo gennaio!

Questo risultato è frutto anche della massiccia presenza dei dipendenti pubblici, in particolare dell'agguerrito esercito di maestre di asilo nido che sono riuscite ad ottenere di raggiungere piazza Campidoglio, dove si stava svolgendo l'incontro tra sindacati confederali e Comune (senza aver invitato l'USB, sindacato molto presente nel settore dell'infanzia) in un minicorteo che è partito dalla vicina piazza del presidio. La lotta continua!

[I lavoratori salveranno Roma] Mentre molti lavoratori di municipalizzate e partecipate si stanno mobilitando in difesa di condizioni e posti di lavoro e di servizi locali da sciogliere, cedere o ridimensionare, sono attesi nuovi sviluppi degli effetti del decreto Salva Roma anche sulla condizione dei dipendenti comunali diretti: dal primo dicembre infatti entrerà in vigore il contratto decentrato. Al centro della proposta c’è la riorganizzazione di turni e di gestione del posto di lavoro e il taglio del salario accessorio, che d'ora in avanti sarà elargito solo come “premio” legato alla produttività.

“Chi produce di più avrà di più” è infatti una delle linee guida del nuovo contratto. I lavoratori saranno cioè soggetti ad una costante misurazione e periodica valutazione della performance lavorativa per conquistarsi quote di salario accessorio. Se da un lato le istituzioni millantano l’enorme vantaggio del nuovo regime contrattuale atto a “salvaguardare” il salario accessorio, è evidente che i tagli agli stipendi verranno mascherati dall’erogazione di premi di produttività che potranno essere conseguiti soltanto da una quota limitata di personale. Il nuovo contratto delinea così un accentramento del potere decisionale dei dirigenti, chiamati a valutare i lavoratori al fine di aumentare i carichi di lavoro e il controllo sui dipendenti in una costante competizione che decreterà alla fine chi sono “i buoni” e chi “i fannulloni”, una dinamica che già abbiamo imparato a conoscere in altre città come Firenze.

Questo è in sintesi l’attacco che attende i dipendenti comunali a partire da dicembre, nonostante le proteste degli ultimi mesi.

Infatti già il 6 maggio 10.000 persone, vale a dire quasi la metà dei dipendenti comunali diretti, si sono ritrovati in Campidoglio per una partecipatissima assemblea pubblica proprio per discutere del primo effetto del “Salva Roma”, e cioè la minaccia della decurtazione del salario accessorio su stipendi già al limite della decenza.
Il 14 maggio diverse centinaia di lavoratori e lavoratrici del Comune di Roma (insegnanti dei nidi e dell'infanzia, personale amministrativo e vigili urbani) sono scesi per le strade della Capitale con un corteo che da Piazza Madonna di Loreto ha raggiunto le scalinate del Campidoglio per protestare non soltanto contro i tagli alle retribuzioni, ma per contestare l’intero impianto di tagli ai servizi e alle condizioni di lavoro anche dei lavoratori di municipalizzate e partecipate, proprio per evidenziare il piano generale di cui l’attacco al salario dei dipendenti diretti è parte. Il 17 maggio i lavoratori hanno partecipato alla manifestazione nazionale contro le privatizzazioni, rilanciando poi con la manifestazione del 6 giugno. Di fronte al massiccio tentativo dei lavoratori di far sentire la propria voce, il primo agosto la Giunta Comunale ha comunque approvato il nuovo contratto decentrato di lavoro di Roma Capitale.

Particolarmente forte sarà l'attacco agli asili nido, che difatti saranno soggetti ad una riorganizzazione generale, poiché quelle insegnanti che vorranno accedere al salario accessorio dovranno (e nei fatti già succede) farsi carico di altre mansioni che finora non hanno mai svolto, per esempio di carattere amministrativo. A seguito della redistribuzione del carico di lavoro prevista dal nuovo contratto, una maestra passerà dal dover prendersi cura di sei bambini a doverne curare fino a diciotto. Come se non bastasse, 5000 supplenti precari assunti a giornata verranno licenziati in blocco secondo una circolare del 24 novembre. Questo non solo significa che cinquemila persone perderanno il lavoro, ma che se una maestra assunta si ammalerà, non ci saranno più supplenti a disposizione.

Di fronte ad un attacco così forte e ad una giunta così determinata a calpestare i diritti dei lavoratori e delle persone che di quei servizi usufruiscono (in particolare i bambini!), il 27 novembre a partire dalle 17 i dipendenti comunali diretti hanno indetto ancora un presidio a Piazza Madonna del Loreto. La lotta continua!

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