[Padova] Nek: lavoratrici occupano contro licenziamenti, una di loro perde il bambino per le violenze e la tensione del momento

Si parla tanto di violenza sulle donne, di famiglia, di tutela della vita… politici corrotti si fanno crociati del nuovo millennio e borghesi viziosetti si scoprono all’improvviso ben pensanti. Bene, abbiamo una notizia per loro. Una NOTIZIA TERRIBILE, accaduta ieri notte e che abbiamo il sospetto non apparirà sui giornali.

Una delle 24 licenziate della NEK di Padova ieri notte ha avuto un aborto spontaneo. Incinta da 3 mesi, ha abortito per colpa delle tensioni dei giorni scorsi e della violenza della polizia.

Il 22 Dicembre scorso 26 lavoratori della Nek, azienda di trattamento rifiuti, vengono licenziati. Perché? Perché erano colpevoli di aver scioperato! Scioperato contro l’ennesimo taglio al salario, in particolare 80 euro di buoni pasto (ecco cosa succede col bonus di renzi: il salario rimane uguale, ma a pagare sono i contribuenti e non i padroni!).
Alcune lavorano da più di 10 anni li dentro, ogni giorno a spezzarsi la schiena su cumuli di rifiuti, e ora secondo il padrone dovrebbero andare in mezzo a una strada. Come fanno a licenziare così facilmente? Grazie al fatto che la lavoratrici in realtà lavorano per una cooperativa, che si chiama Libera(!!) e che ha in appalto la manodopera. Le coop prevedono tutele molto minori per i lavoratori e così vengono usate dai padroni per poter sfruttare meglio… La dimostrazione di questa TRUFFA? Libera è a sua volta proprietaria al 99% della Nek! Una partita di giro che serve solo a sfruttare meglio.

Fin qui, storie di ordinario sfruttamento. Quello che succede è che loro però non ci stanno! OCCUPANO l’azienda e non sono intenzionate a cedere finché non saranno reintegrate. Di fronte alla forza inaspettata di 24 lavoratrici; lavoratrici donne e straniere, le ultime ruote del carro, l’arroganza di chi si sente intoccabile ed è abituato a comandare si scatena. Venerdi il padrone della cooperativa vuole entrare nell’impianto e si fa strada a pugni tra le lavoratrici incordonate, colpendone una sul volto, tutto questo davanti alla polizia che non fa NIENTE. Ma peggio, la polizia fa… ovviamente contro le lavoratrici! Cariche e strattoni per far continuare gli affari dell’azienda, per portare via il picchetto. Che però RESISTE ANCORA.
Chiaramente si scatena anche la campagna mediatica, che accusa queste proletarie coraggiosissime di mettere a rischio i posti di lavoro di tutti! Per la logica ribaltata dei giornali, lottare contro i licenziamenti significa far licenziare le persone(?!), perché per loro dovremmo accettare anche la schiavitù pur di lavorare.

Contro tutto e tutti le lavoratrici sono ancora lì. Un'altra di loro pure è incinta, ma non rinuncia alla lotta per difendere il futuro del suo bambino, insieme a tutte le altre, che i loro bambini li hanno portati al presidio stamattina. La loro forza e coraggio, unita alla solidarietà di numerosi compagni e all’impegno dell’Adl Cobas Padova-Bassa Padovana, gli permette di resistere.
Purtroppo però la violenza lascia le sue cicatrici. Ci stringiamo attorno alla lavoratrice vittima di questo terribile evento che non può proprio definirsi “incidente”, ci uniamo a tutte loro finché finalmente non si imporrà la giustizia e potranno tornare a lavorare!

(qui sotto un video di Mbarek Elasri in cui una lavoratrice ci dimostra che non sono disposte a cedere)

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