[I lavoratori salveranno Roma] Manifestazione Roma non si vende!

Oggi alle 16 a Roma si manifesta contro le privatizzazioni di tutti i servizi di interesse collettivo, contro la vendita del patrimonio pubblico e per il rispetto di tutti i lavoratori e le lavoratrici che mandano avanti questa città.

Il 19 Marzo si scende in piazza per opporsi ad una crisi cittadina sempre più ai limiti dell'esasperazione tra disservizi, corruzione e diseguaglianze sociali. Una situazione che alla luce degli ultimi piani del Governo e del Commissario Straordinario di Roma è destinata soltanto a peggiorare.
Oggi si tratta del Documento Unico di Programmazione (o DUP), due anni fa si trattava del “Salva Roma”, il concetto è che il Comune di Roma rischia costantemente il default a causa di un debito pubblico che, a prescindere dalla casacca di chi abbia amministrato la città e nonostante i costanti tagli lineari alla spesa pubblica, ha continuato ad accumularsi. Si può dire che la Capitale sia di fatto commissariata già dall'inizio del 2014, da quando con il decreto Salva Roma ha ricevuto dal Governo il prestito necessario a ripianare il buco di 600 Mln del bilancio ordinario (Roma ha infatti anche un bilancio straordinario in cui sono indirizzati più di 7 miliardi di debito), dovendo in cambio stilare un piano di rientro del debito all'insegna di privatizzazioni e tagli ai servizi e al personale.
Esattamente quanto si sta ripetendo oggi con il DUP stilato da Tronca: privatizzazione degli asili nido, di Ama e di Atac, taglio ai salari dei dipendenti comunali diretti ed indiretti, riduzione dei servizi pubblici, sfratti e sgomberi per chi non può pagare l'affitto e per chi tenta di togliere pezzi di città alla speculazione edilizia per restituirli ai suoi abitanti attraverso spazi sociali e politici. Nuove facce, vecchie pratiche.

Il 19 Marzo scendono in piazza i lavoratori e le lavoratrici che forniscono servizi pubblici accanto ai cittadini e le cittadine di Roma che di questi servizi si trovano a doverne fare sempre più a meno perché il peggioramento delle condizioni di lavoro dei primi si riflette direttamente nel peggioramento delle condizioni di vita dei secondi. E questo lo ha chiaro chiunque si sia trovato almeno una volta nella vita a dover fare un lavoro in pochi, con strumenti non buoni o vecchi, senza una retribuzione adeguata. Inevitabilmente il risultato è di bassa qualità ed è facile poi per i padroni dire che il problema siamo noi che siamo fannulloni e non abbiamo voglia di lavorare.
E' fondamentale, quindi, non cadere in questo tranello e fare un fronte cittadino unico contro chi davvero è responsabile di questo stato di cose, rifiutando di pagare un debito che non ci appartiene e per riprendere in mano il potere decisionale su questa città.

Ripubblichiamo di seguito il comunicato dei lavoratori e delle lavoratrici della Rete Lotta in Comune e ci vediamo alle per andare fino al Campidoglio a ribadire che noi non siamo in debito!'

#RomaNonSiVende
#PotereAlPopolo

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Il fallimento di Roma Capitale trascina con sé le vite delle migliaia di persone rimaste intrappolate sotto il crollo di una amministrazione pubblica centrata sulle politiche di austerità e avvelenata da corruzione e clientele. Il terremoto sociale si è manifestato nelle forme più dure: perdita secca di posti di lavoro, taglio dei diritti, riduzione dei salari, svendita del patrimonio pubblico, sgomberi degli occupanti di case e spazi sociali, aumenti dei costi e tagli dei servizi pubblici.

D'altro canto, le origini del dissesto risiedono proprio nelle politiche di austerità neoliberiste diventate il mantra degli eurotecnocrati al servizio del capitale. Politiche che hanno spinto tutti gli enti locali, Roma compresa, alla necessità di ricorrere a trucchi contabili, tagli drastici alla spesa, privatizzazioni e vendita dei suoi beni, patrimonio e aziende.
La stessa classe dirigente che si è arricchita con le risorse comuni, gestendo società controllate di primo e secondo livello, adottando spesso criteri di assunzione clientelari e affidando al sistema corruttivo-mafioso la gestione degli appalti, agita ora il ricatto del debito, e impone la cura dell'austerità scaricandone i costi su lavoratori e cittadini.

L'intera comunità lavorativa alle dipendenze del Comune di Roma, dai dipendenti capitolini a quelli delle partecipate come Atac, Ama, Farmacap. fino ai lavoratori dei canili, passando per quelli delle cooperative affidatarie dei servizi sodali viene aggredita su due fronti: da un lato, si scredita l'immagine dei dipendenti, mortificando la loro professionalità e riducendo i loro diritti e retribuzioni, dall'altro si prosegue nell'inesorabile opera di esternalizzazione dei servizi e del lavoro per garantire ampi profitti ai privati.

Noi lavoratrici e lavoratori di Roma Capitale, delle aziende municipalizzate e dei servizi esternalizzati, vogliamo uscire da questo "mondo di sotto" nel quale le élite dominanti vogliono relegarci, lasciando noi e tutta la città senza voce e senza rappresentanza.

Vogliamo riprendere insieme la parola per difendere i nostri salari e i nostri diritti e, allo stesso tempo, per provare a restituire a Roma e ai suoi cittadini e cittadine un sistema di servizi pubblici sottratto alla speculazione e alle trame corruttive.

Per fare questo, dobbiamo costruire un'alleanza forte nel mondo del lavoro, un sodalizio che provi a rompere il ricatto del debito agito anche attraverso le ricette del Commissario Tronca. Senza soluzioni di continuità tra giunte di centro destra e centro sinistra, è stato introdotto uno stato d’eccezione permanente con cui vogliono ridurre cittadini e cittadine al ruolo passivo di sudditi, e chi lavora al ruolo di servo dei manager pubblici e privati. Noi vogliamo dire no, vogliamo resistere!

Verso Roma non si Vende - 19 marzo Piazza V,EMANUELE ore 16

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