[Roma] ATAC in sciopero, comunali in piazza

Grande riuscita dello sciopero di 4 h indetto giovedì scorso in ATAC contro l’accordo di secondo livello firmato tra azienda e sindacati confederali (CGIL, CISL e UIL, FAISA e FAST) il 17 luglio 2015. Uno sciopero che in principio sarebbe dovuto durare 24 h ma che è stato precettato dal prefetto Gabrielli per “non ostacolare la giornata di festa” (il Natale di Roma) e -udite, udite!- “per salvaguardare l’incolumità dei lavoratori”, vittima della aggressioni fomentate e alimentate dalle stesse giornali e istituzioni che poi le usano per impedire gli scioperi!

Nonostante questo, o forse in virtù di quest'ennesima prepotenza dell'amministrazione, l’adesione allo sciopero è stata molto alta superando il 70% per i mezzi di superficie, con la chiusura totale delle metro A-B-C, la linea Roma-Viterbo rallentata e la presenza di un solo treno sulla tratta Roma Lido.

A promuovere lo sciopero son stati 5 sindacati di base - USB, Faisa Confail, Or.Sa., Sul e UTL – con la sponda del “ilsindacatoèunaltracosa-opposizione cgil” che da un po' di tempo hanno costituito un comitato che si sta battendo perché venga fatto un referendum consultivo proprio sull’accordo del 17 luglio. Ma cosa prevede esattamente questo accordo? L'accordo, raggiunto in meno di un mese in senza alcuna consultazione dei lavoratori, sancisce la disdetta di tutti gli accordi di II livello dal 1962 con la “normalizzazione” degli straordinari ed un conseguente aumento degli orari di lavoro senza aumento di stipendio, e l'erogazione del salario accessorio viene vincolata a discutibili criteri di produttività per cui l'erogazione di una quota essenziale dello stipendio – è improprio infatti definire “accessori” 300-400 euro per uno stipendio medio di 1300! – diviene legata alla percentuale di assenze, dove per assenze vengono conteggiati i giorni di malattia o di ricorso alla legge 104 di assistenza ai familiari malati!. Per riassumere, l'ATAC con la complicità dei sindacati confederali, facendo leva sui famigerati “fannulloni” e sulla precettazione giubilare, taglia il costo del lavoro nella speranza di tappare qualche buco per un po' e rendere l'azienda più appetibile ai privati, omettendo completamente che questo porterà ad un inevitabile peggioramento del servizio. A questa situazione si aggiunge il quadro nazionale in cui, nel 2015, è stato firmato, dopo 8 anni, un nuovo CCNL del Trasporto Autoferrotranviario che nelle sue linee guida è in piena sintonia con l’accordo di secondo livello firmato da ATAC e che i lavoratori e le lavoratrici romane nella consultazione referendaria avevano respinto!
Di fronte a una crisi finanziaria che pare ormai atavica, ad una carenza di organico di circa 1000 unità, ad un parco mezzi che ha un'età media di 15 anni, l'azienda - e quindi il Comune di Roma - sceglie la strada più facile e se ne lava le mani: scaricare tanto mediaticamente quanto materialmente i problemi sulle spalle di chi lavora.

Questo scaricabarile non è una particolarità dell'ATAC, sembra piuttosto un modus operandi del Comune di Roma. Infatti, giovedì scorso, oltre allo sciopero degli autisti dell'ATAC c'è stato un altro episodio di lotta: l'assemblea straordinaria dei dipendenti capitolini convocata dai sindacati di base contro la minaccia di Tronca di chiedere indietro ai lavoratori comunali 340 milioni di euro di salario accessorio si è trasformata rapidamente in un presidio spontaneo sotto il Campidoglio. La Sala concessa da Tronca era infatti troppo piccola per i quasi 500 lavoratori presenti che hanno quindi deciso di uscire e andare sotto la sede del Comune per strappare un incontro con le istituzioni. E l'hanno ottenuto! Una delegazione di 10 lavoratori è stata ricevuta dalla Sub Commissaria Ralli ed ha posto nuovamente le problematiche legate alla definizione di un nuovo contratto decentrato e la situazione drammatica delle maestre precarie degli asili nido comunali a rischio di licenziamento di massa. Ralli si è trincerata dietro i vincoli di bilancio imposti dal Governo e non ha preso posizione per cui la delegazione ha ribadito che se la situazione non si sbloccherà a breve verrà proclamato lo stato di agitazione e, con le elezioni in vista, la cosa potrebbe risultare parecchio problematica per l'amministrazione. L'USB ha già indetto uno sciopero per il 13 Maggio.

Va detto, infine, che in Campidoglio i dipendenti comunali arrivati da via della Greca hanno trovato un presidio degli autisti delle linee private del trasporto pubblico romano, Roma TPL e non solo. Una giungla di subappalti in cui le aziende ciclicamente sono in ritardo nell'erogazione degli stipendi, pagati spesso non solo in ritardo, ma con una serie di irregolarità nelle buste paga. A dimostrazione di cosa si nasconda realmente dietro i piani di privatizzazioni e dell'assoluta necessità di unire i percorsi di lotta per difendere i servizi pubblici.

La nota dolente di questa giornata è proprio questa, tante vertenze e migliaia di lavoratori e lavoratrici che hanno come interlocutore diretto o indiretto Roma Capitale che si muovono ognuna separatamente l'una dall'altra, perdendo moltissimo in potenza, capillarità ed efficacia. Ci auguriamo che la prossima volta sotto il Campidoglio si riesca ad andare insieme, questo è l'unico modo per riuscire a salvare Roma.

Su questo senti la corrispondenza di Radio Onda Rossa: http://www.ondarossa.info/newsredazione/protesta-dei-dipendenti-roma-capitale

Su ATAC vedi anche: - https://clashcityworkers.org/documenti/articoli/2136-atac-colpa-autobus.html
- https://clashcityworkers.org/lotte/interviste/2068-atac-oltre-menzogne.html

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