ALMAVIVA: la lotta prosegue, contro il muro di azienda e governo.

Oggi 27 Maggio, per i lavoratori ALMAVIVA è stata un’altra giornata di lotta! Una giornata iniziata in una blindatissima piazza dei S.S. apostoli, nel cuore di Roma. Si sono incontrati per la prima volta fisicamente con i loro colleghi di Palermo e Napoli e hanno aspettato che si tenesse il promesso incontro con il vicepresidente del consiglio, Vincenti, disposto ad incontrare una delegazioni di 20 lavoratori tra tutti e tre i siti.

Tuttavia l’incontro non si è tenuto come da ‘promessa’: dei venti lavoratori che avrebbero dovuto partecipare all’incontro non ne è stato accolto neanche unico, l’unica parola che è stata ascoltata è stata quella dei sindacati nazionali. Nonostante l’incontro non li abbia coinvolti più ‘direttamente’, nonostante le uscite del piazzale fossero bloccate da cordoni di polizia, i lavoratori di propria iniziativa hanno deciso di allontanarsi da una piazza che li separava volutamente dai luoghi in cui si discuteva del loro futuro; proprio per questo si sono diretti sotto Montecitorio, poiché il palazzo del Governo gli era del tutto inaccessibile. Insieme, protestando ancora sotto i palazzi ormai del dissenso, hanno atteso i delegati reduci dall’incontro; ed ecco che appena scesi gli unici interlocutori di questo colloquio, sembra improvvisamente di trovarci catapultati a due mesi fa, quando la lotta era appena iniziata, quando c’erano i primi tavoli di contrattazione e si assisteva al muro contro muro tra azienda e sindacati. Ed è proprio questo che chi era presente ai tavoli ha riportato: l’irremovibilità del governo dinanzi alle decisioni dell’azienda e alle richieste di una regolamentazione del mercato e a fissare dei paramenti minimi per le gare d’appalto.

Un ritorno al passato, in cui però al contempo si scorge qualche germe di novità. O meglio, un’unica novità, quella rappresentata dalla determinazione dei lavoratori. Perché questi sono sembrati più determinati che mai a rompere questo muro contro muro e a far rispettare la volontà referendaria che hanno espresso poche settimane fa! A dieci giorni dalla chiusura della loro vertenza, che senza mezzi termini significa essere licenziati, i lavoratori di tutti i siti non sono più disposti a delegare le loro richieste, non sono più disposti ad attendere i rimpalli decisionali tra governo ed azienda, e sono stanchi di una contrattazione che tende a svilire le loro energie e le e loro forze, quasi fosse un tentativo di indurli a una resa. Questa stanchezza nello stesso tempo alimenta la loro carica e determinazione ad affrontare con la propria voce, con la propria protesta, con i loro instancabili presidi e le loro instancabili marce questi ultimi giorni che li separano da quella che sembra essere a tutti gli effetti la loro condanna!

Ed è per questo che questa forza, che questa crescente e sempre nuova energia non va sprecata o dispersa, ma organizzata e incanalata nelle forme di una resistenza compatta e coesa, che veda tutti i lavoratori uniti, presenti e coesi nello stesso luogo della lotta, che veda insieme romani, napoletani e palermitani, nonostante gli indicibili sforzi che questo implica, ma anche lavoratori dei restanti siti, tutti insieme per essere non solo oggi, non solo per i lavoratori adesso coinvolti, un’unica rivendicazione di lavoro e diritti, che nessuno può toglierci!

Se toccano uno toccano tutti!

Rete Camere Popolari del Lavoro