SI e ADL Cobas: mobilitazione per il movimento francese

La "Loi Travail", la riforma del lavoro francese, sta trovando una ferma opposizione, da fine febbraio la lotta non si è fermata. Il governo Hollande-Valls pensava di potersela cavare con un atto autoritario, ovvero approvando la riforma con un provvedimento che esautora il parlamento, il famigerato articolo quarantanove comma tre della costituzione.

Ma l'effetto non è stato quello sperato, anzi! Raffinerie in sciopero ad oltranza, portuali che marciano al suono dei tamburi e bloccano l'ingresso al porto con copertoni in fiamme questo è lo scenario e la radicalità con cui lavoratrici e lavoratori francesi stanno affrontando questo momento. Come dicevamo qualche mese fa, quando le mobilitazioni contro legge "El-Khomri" erano ancora agli albori: per aiutare i “cugini” d’oltralpe non c’è modo migliore che mobilitarsi anche qui in Italia. Perché ogni vittoria conseguita in Francia, è un segnale lanciato a noi e al resto d’Europa; e d’altra parte, perché ogni segnale di ripresa dell’opposizione in Italia, è un aiuto importante a chi ora a Parigi, a Le Havre come a Marsiglia è in sciopero, in picchetto o in assemblea. E ovviamente, ogni manifestazione, picchetto, sciopero in Francia è un aiuto importante a noi che siamo in una situazione che sembrava immutabile ma che può e deve cambiare… sfruttiamolo!

Per questo ripubblichiamo il comunicato dei sindacati SI-cobas e ADL-cobas che invitano ad un crescendo di mobilitazioni a culminare nel 14 giugno, giorno in cui la legge francese dovrà essere ratificata dal senato.

Il SI-cobas, con CUB e USI ha proposto per sabato 4 giugno una mobilitazione sotto il consolato francese a Milano.

Nel frattempo anche USB ha invitato a portare solidarietà a lavoratrici e lavoratori francesi convocando per il 1° giugno un presidio sotto l'ambasciata francese a Roma.

RIPRENDIAMO LA LOTTA CONTRO IL JOBS ACT IN ITALIA PORTANDO LA NOSTRA SOLIDARIETA' AL MOVIMENTO DI LOTTA IN FRANCIA CONTRO IL JOBS ACT ALLA FRANCESE.

Da un paio di mesi a questa parte in Francia si è messo in moto un movimento di lotta che ha coinvolto un variegato mondo composto da lavoratori, studenti, precari di ogni specie, che si è posto fin da subito l'obiettivo di non far passare la “loi travail” (nuova legge sul lavoro) equivalente al “Jobs Act” del governo Renzi. I punti principali di questa legge, contro cui si sta mobilitando l'intera Francia prevedono, da un parte una maggiore facilità di licenziamento con un ampliamento dei margini di discrezionalità dei motivi di natura economica che possono facilitare il licenziamento dei dipendenti. Si tratta di criteri (calo del giro d’affari per diversi trimestri, un generico riferimento alla salvaguardia della competitività…) che più che essere discrezionali appaiono arbitrari e rendono estremamente difficile per il lavoratore dimostrare l’illegittimità dell’atto espulsivo. Tale dispositivo in Italia già esiste con l'introduzione della legge Fornero ed è stato aggravato dalla cancellazione dell'art. 18 introdotto con il Jobs act.
L'altro punto principale molto più contestato è quello previsto dall'art. 2 della loi travail che prevede il dare la precedenza ai contratti aziendali rispetto a quelli nazionali e ha come posta in gioco in particolar modo la questione relativa all'orario di lavoro e quindi la tenuta delle 35 ore conquistate con le lotte dei decenni passati.
Su questi contenuti è in atto un braccio di ferro durissimo con il governo “socialista” di Hollande che ha visto un crescendo di scioperi, manifestazioni (spesso caricate dalla polizia) presidi permanenti di piazze, blocchi dei rifornimenti di carburante e mille altre iniziative distribuite in tutta la Francia che sono solo destinate a crescere in vista delle prossime scadenze per l'avvio dell'iter parlamentare per approvazione di questa legge che approderà in Senato IL 14 GIUGNO.
In Italia, come sappiamo, solo una piccola parte del mondo del lavoro ed in particolare nella logistica abbiamo cercato di contrastare il Jobs Act, mentre Cgil Cisl e Uil si limitavano a far finta di esservi contro, trasferendo poi sul piano referendario il “contrasto” alla legge.
E' chiaro che solo un grande movimento di lotta può riuscire a bloccare queste leggi che fanno ritornare indietro nel tempo la condizione dei diritti dei lavoratori e lasciano sempre più campo libero all'arbitrio del padrone. In Francia, oggi, questo sta avvenendo ed è molto importante che ciò avvenga perché rappresenta un fondamentale stimolo per tutti i lavoratori in Europa, per poter rialzare la testa e riuscire a vincere delle battaglie.
Per questi motivi, per noi in Italia, oggi, portare solidarietà al movimento di lotta in Francia deve significare prima di tutto riprendere noi la lotta contro il Jobs Act, contro l'espansione di tutte le forme di precarietà, tra cui l'uso indiscriminato dei voucher, per rinnovi di contratti di lavoro che portino significativi miglioramenti alle condizioni di lavoro.
Costruiamo da qui al 14 giugno e a seguire un crescendo di iniziative di lotta che sappiano indicare al governo francese, a quello italiano e a tutta Europa che siamo in grado di bloccare le politiche che mirano a cancellare i diritti acquisiti con tanti anni di lotte.

Rete Camere Popolari del Lavoro