[Roma] Farmacap: facciamo il punto sulle farmacie comunali

La caduta della Giunta Marino e lo scioglimento del Consiglio Comunale, ad Ottobre 2015, hanno aperto una nuova partita sul futuro di Farmacap, Azienda Speciale Farma-socio-sanitaria Capitolina con 344 dipendenti, che gestisce 44 farmacie comunali, servizi sociali di prossimità e un asilo nido di eccellenza che nel 2015 è stato affidato a gestione privata. Farmacap ha garantito negli anni un servizio pubblico socio/sanitario di qualità per la cittadinanza romana, alternativo alla dispensazione del farmaco ovunque egemonizzata da privati.

La storia recente dell’azienda è una storia di resistenza delle lavoratrici e dei lavoratori, sostenute/i dalle Organizzazioni Sindacali e dall’utenza cittadina, contro i progetti di privatizzazione (spesso in collusione con la criminalità) delle ultime due amministrazioni capitoline, Alemanno e Marino. Un lotta per la salvaguardia dei posti di lavoro e di un bene comune, contro la mistificazione della realtà supportata da bilanci falsificati e calunnie, al solo scopo di giustificare la svendita e la privatizzazione di un servizio pubblico (metodi non dissimili da quelli utilizzati di recente per importanti aziende capitoline come AMA e ATAC).
Il 23 Marzo 2015 il Consiglio Comunale di Roma ha approvato una delibera (13/2015) che predisponeva un piano di “liquidazione” di Farmacap tramite la trasformazione da Azienda Speciale a S.p.a.. Un percorso motivato da previsioni di bilancio negative e da riferimenti normativi errati che negano un dato fondamentale: Farmacap è un’azienda che eroga servizi pubblici essenziali alla cittadinanza. Proprio partendo da questo assunto, invece, le lavoratrici e i lavoratori di Farmacap hanno istruito un ricorso collettivo al TAR per chiedere l’annullamento della delibera. Il processo di liquidazione prevedeva la nomina di un “commissario liquidatore” che però non è mai avvenuta. Così si arriva alla nomina della nuova Direttrice Generale (DG) Simona Laing, già manager delle Farmacie Farcom di Pistoia. Dati i presupposti i dipendenti Farmacap hanno creduto fosse arrivato di poter aspirare a prospettive diverse, all’efficientamento di un polo socio-sanitario cittadino che ha tutte le potenzialità per divenire una realtà di eccellenza. Subito dopo l’insediamento, però, la DG ha messo in atto una riorganizzazione e una serie provvedimenti unilaterali con continui trasferimenti di personale e la quasi totale assenza di confronto con le Organizzazioni Sindacali anche in merito ai rinnovi contrattuali. Proviamo a riassumere in punti alcune tra le principali criticità:

  • Il 31 Gennaio 2016, dopo 36 mesi, si è scelto di NON rinnovare il contratto di lavoro ad una collega. Il tutto senza alcun confronto con le Organizzazioni Sindacali (OO.SS.), senza valutare soluzioni alternative per garantire continuità occupazionale. Riteniamo questo inaccettabile, nel metodo e soprattutto nel merito, considerando che l’Azienda ha concluso il 2015 con un bilancio leggermente in attivo (e di questo diamo atto alla nuova Direzione Generale) che segna un’inversione di tendenza. Inoltre, altri contratti sono scaduti a Giugno 2016;
  • Sono stai introdotti badge per il controllo delle presenze di tutto il personale e delle operazioni eseguite ai terminali dalle/i farmaciste/i (costo 30.000 €). Queste modalità NON sono state concordate con le OO.SS.. Inoltre si è fatto riferimento all’introduzione di premi produzione in relazione alle vendite. Un sistema di premialità che se introdotto, sarebbe discriminatorio e iniquo, considerando le diverse figure professionali presenti in Azienda e le diverse mansioni svolte necessariamente dalle/gli stesse/i farmaciste/i. La stessa possibilità di accedere da ogni pc-terminale di farmacia, e visualizzare le “perfomance” di vendita di ogni operatore attraverso il programma operativo informatico L-infa, costituisce una forzatura inaccettabile.
    Altrettanto unilateralmente, è stato introdotto un “premio” in busta paga per la vendita di prodotti a marchio Farmacap (prodotti a San Marino);

  • Se da una parte si pensa a sistemi di “premialità”, dall’altra si è avuto un confronto molto difficoltoso su restituzione dei buoni pasto pregressi, ripristino dell’erogazione degli stessi, adeguamenti contrattuali con conseguente pagamento degli arretrati, uniformazione dei CCNL applicati, assistenza sanitaria integrativa e previdenza complementare (che sono diritti legittimi, NON premi);

  • L’applicazione “unilaterale” di un aumento in busta paga di 50,00 € lordi per i contratti Assofarm (contro i 107,00 € lordi + 900,00 € di una tantum per livello A1 previsti dal CCNL Assofarm 2013) dalla mensilità di Febbraio 2016 e l’adeguamento normativo rispetto a quanto previsto dal CCNL Assofarm 2013 da Marzo 2016, con taglio delle ferie, da 25 a 22 giorni all’anno, e dimezzamento dei permessi retribuiti annui, da 24 a 12 ore;

  • E’ stato stipulato con il V Dipartimento – Politiche Sociali e della Salute un contratto di servizio della durata di 6 mesi/ rinnovabile, a copertura dei servizi sociali. Anche su questo NON c’è stato confronto con le OO.SS.;
  • Si è svolta una selezione interna per la scelta di direttrici/ori di farmacia. Nel bando di selezione è stata ignorata l’anzianità di servizio e a selezione conclusa NON è stata pubblicata alcuna graduatoria;
  • La richiesta frequente, di carichi e trasferimenti di merci da parte delle singole farmacie verso il magazzino di Selva Candida. E’ necessario che venga chiarito quale uso e destinazione abbia questa merce.

Dopo la notizia, a Febbraio, che la DG Laing ha coperto per diversi mesi un doppio incarico, con conseguente doppia retribuzione, presso Farmacap e per l’azienda Farcom, moltissimi lavoratori indignati sono scesi in presidio davanti la sede aziendale. Davanti a questa reazione, l’Azienda ha aperto ad un confronto con le OO.SS. su un possibile riallineamento del CCNL Assofarm (1). Nell’ultimo incontro, il 26 Aprile scorso, la DG Farmacap ha avanzato una proposta - condivisa da FISASCAT-CISL, UILTuCS-UIL, USI (che a differenza degli altri sindacati ha sempre lottato per i diritti dei lavoratori e contro la privatizzazione di Farmacap e delle altre aziende pubbliche, qui le ragioni del SI) - che prevedeva un riallineamento retributivo a Febbraio 2017 (il raggiungimento di 107,00 € lordi di aumento complessivo per un livello A1) e l’erogazione della una tantum frazionata tra Maggio e Settembre 2017. Riguardo agli arretrati “l’Azienda, fatto chiarezza su alcuni aspetti contabili e penali, si impegna a pianificare un programma di rientro” (sic!). In pratica: nessuna garanzia sulla restituzione degli arretrati contrattuali né sui buoni pasto. Tra l’altro, la DG aveva già espresso parere sfavorevole al pagamento degli arretrati, ritenendo che non fossero dovuti, non avendo applicato in passato la normativa.
Consapevoli delle difficoltà dell’Azienda ma allo stesso tempo dei sacrifici compiuti lavorando duramente ed incoraggiati dalla chiusura in leggero attivo del Bilancio 2015, i lavoratori e le lavoratrici di Farmacap hanno ritenuto la proposta assolutamente inadeguata e si sono rifiutati di rinunciare ancora una volta ai propri diritti (tanto meno, se si vuole barattarli con presunte regalie dovute alla “maggiore produttività”). Pertanto, la RSA FILCAMS-CGIL, su mandato di una partecipata assemblea di lavoratori, ha ritenuto non ci fossero più le condizioni per un confronto, dovendo sostenere accordi controproducenti che escludono il pregresso e con immediati effetti legali (l’Azienda pur di bloccare delle vertenze, ha depositato anche semplici verbali d’incontro non firmati). Il 10-11-12 Maggio si è quindi svolto un referendum in Azienda per approvare o respingere la proposta economica di allineamento contrattuale Assofarm 2013 della DG. L’affluenza dei votanti è stata elevata (249 votanti su 344 aventi diritto, il 72,38%) ed i risultati sono inequivocabili: 65% di voti NO (159 su 249 votanti) contro 35% di voti SI (87 su 249). La proposta aziendale è stata respinta! A termine del referendum si evince che lavoratrici e lavoratori hanno capito perfettamente quale fosse la posta in gioco. Questo NO è stato una prima importante vittoria di resistenza, ora bisogna riuscire a trasformarlo in una proposta all’offensiva.

 

 

 

 [1] Per esaminare la proposta è necessario ricordare che con la mancata applicazione del contratto e degli adeguamenti retributivi previsti da Luglio 2013, ad oggi, una lavoratrice/ore di livello A1 ha maturato un credito con l’Azienda di circa 3.500 € lordi. A questo credito va aggiunto un ulteriore e più corposo credito, del valore di almeno 3.500 € (netti), relativo alla mancata erogazione dei buoni pasto da gennaio 2013 ad oggi. Semplificando: una lavoratrice o un lavoratore con CCNL Assofarm di livello A1, vanta verso l’Azienda un credito di oltre 7.000 €. Queste cifre, per quanto approssimative rendono l’idea, di quanto rilevante sia la quota di salario diretto e indiretto, sottratta a lavoratrici e lavoratori Farmacap (senza tenere in considerazione la mancata erogazione dell’Assistenza Sanitaria Integrativa o del contributo camici).

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