[Ivrea-TO] Vodafone: lavoratori in lotta contro trasferimenti punitivi

Oggi, lunedì 3 luglio, sotto la sede della Regione Piemonte si è tenuto un presidio dei lavoratori Vodafone che rischiano il trasferimento in quello che pare a tutti gli effetti un reparto confino.

Ad essere a rischio per il momento sono 19 lavoratori, tutti apparteneneti a due categorie: lavoratrici a ridotte capacità lavorative e lavoratori, tutti aderenti ai Cobas, che negli scorsi anni hanno combattutto, e vinto, i tentativi aziendali di esternalizzare il servizio e poi di trasferire i lavoratori a centinaia di km di distanza. Una vera e propria rappresaglia sindacale a cui i lavoratori e le lavoratrici non vogliono sottostare, come hanno dimostrato con lo sciopero con altissime adesioni (vicine al 80%) dell 20 giugno. Qui di seguito ripubblichiamo il comunicato dei lavoratori che presenta benissimo l'incredibile persecuzione che hanno dovuto subito negli ultimi 10 anni da parte di una multinazionale che per fatturare miliardi di euro l'anno non s fa scrupoli a calpestare ogni diritto.

 

VODAFONE: DA 10 ANNI RITORSIONI SUI DIPENDENTI CHE HANNO VINTO LE CAUSE LEGALI.
L'ULTIMA IN ORDINE DI TEMPO SONO I TRASFERIMENTI CHE COLPISCONO LAVORATORI REINTEGRATI E LAVORATORI CON PROBLEMI DI SALUTE.

La procedura di trasferimento collettivo verso Milano che è stata annunciata il 29 maggio scorso per 19 lavoratori di Ivrea, a nostro giudizio non è che l'ultimo atto di una vera e propria persecuzione che l'Azienda Vodafone sta attuando da dieci anni contro alcuni suoi dipendenti che hanno l'unica colpa di aver vinto nei tribunali contro questo colosso.

L'INIZIO DELLA STORIA: LA CESSIONE DEL RAMO DI IMPRESA
Tutto è iniziato nel 2007 quando Vodafone Italia opera una Cessione di Ramo d'Azienda ed esternalizza 914 dipendenti di varie sedi italiane (sedi di Napoli, Roma, Ivrea, Milano e Padova) ad una newco di servizi di call center, Comdata Care SpA, appositamente creata per accogliere tutti e solo i lavoratori ceduti.
Numerosi lavoratori esternalizzati alla società Comdata Care impugnano legalmente la cessione di ramo contestandone la legittimità. 

LE CAUSE E LA PRIMA VITTORIA A ROMA
Dopo alcune cause perse, finalmente, nel 2012 il Tribunale del Lavoro di Roma giudica "illegittima" e “inefficace” tale cessione e dispone il reintegro di 100 lavoratori.
Vodafone ottempera all'obbligo di reintegrare i dipendenti solo formalmente, poiché li dispensa espressamente dalla prestazione dell’attività lavorativa.
All’epoca la società Vodafone Italia NV registrava un organico di 8000 dipendenti, dei quali 1000 su Roma, ricavi per quasi 9 miliardi di euro e utili per più di 4 miliardi di euro.

LA PRIMA RAPPRESAGLIA: MOBILITA' E LICENZIAMENTO PER I LAVORATORI ROMANI
Il 20 febbraio 2012 e poi il 1 agosto 2012 Vodafone avvia sulla sede di Roma due procedure di licenziamento per esubero in totale proprio di 100 dipendenti (licenziamento collettivo). Entrambe le procedure si concludono con un mancato accordo e con il licenziamento esclusivamente di 83 lavoratori appena reintegrati scelti uno a uno (e quindi senza rispettare i criteri di scelta previsti dalla legge). 83 e non 100 perché 17 sono illicenziabili (per matrimonio o gravidanza) senza però che ne venissero allora licenziati altri 17 tra coloro mai ceduti per arrivare a colmare le 100 posizioni in esubero dichiarate.
I lavoratori licenziati impugnano la decisione aziendale.

LA SECONDA VITTORIA
Intanto il 25 settembre 2013 la Corte d’Appello, Sezione Lavoro, di Roma conferma l’inefficacia della presunta cessione di ramo d’azienda per 150 lavoratori della sede di Roma (di cui 83 nel frattempo licenziati).

LA SECONDA RAPPRESAGLIA: IL DISTACCO FINE PENA MAI
Una parte dei 150 ricorrenti viene formalmente reintegrata, ma contestualmente viene collocata in distacco presso la cessionaria Comdata (sede di Roma) senza indicazione temporale del termine di tale distacco.
Ancora una volta dunque Vodafone non ottempera che formalmente alla sentenza che la obbliga al reintegro, visto che colloca questi lavoratori in distacco presso la società alla quale li aveva ceduti nel 2007.

VODAFONE CONDANNATA PER COMPORTAMENTO DISCRIMINATORIO I LICENZIAMENTI COLLETTIVI
Nel 2015 il Tribunale di Roma dichiara nulli i licenziamenti operati da Vodafone nel 2012 con la procedura di mobilità, ritenendoli discriminatori e ritorsivi. I lavoratori licenziati dopo molti mesi senza salario vengono quindi reintegrati e anch'essi posti in distacco presso Comdata insieme agli altri colleghi già reintegrati senza indicazione temporale del termine di tale distacco.

LA CASSAZIONE CONFERMA L'ILLEGITTIMITA' DELLA CESSIONE E LA NULLITA' DEI LICENZIAMENTI
Nel 2016 la Suprema Corte di Cassazione conferma per i lavoratori l'illegittimità della cessione di ramo di azienda operato nel 2007 e anche la nullità dei licenziamenti effettuati a Roma, che vengono ribaditi quali discriminatori e ritorsivi.

LA TERZA VITTORIA: CORTE D'APPELLO DI TORINO
Finalmente arriva la prima sentenza positiva in Piemonte e il 15 dicembre 2015 la Corte d'Appello di Torino giudica “inefficace” la cessione di ramo di impresa del 2007, disponendo il reintegro di 17 lavoratori che in data 1 marzo 2016 vengono reintegrati nella sede di Ivrea ancorché adibiti ad un servizio non più svolto da Vodafone, ma “reinternalizzato” esclusivamente per occupare i lavoratori reintegrati, pur essendo tale attività notoriamente in via di esaurimento

LA TERZA RAPPRESAGLIA: IL TRASFERIMENTO DA IVREA A MILANO
Vodafone Italia attualmente conta 6500 dipendenti in tutta Italia, di cui circa 500 nella sede di Ivrea.
Il 29 maggio 2017 Vodafone avvia la procedura di trasferimento collettivo da Ivrea alla sede di Milano (a 120 Km di distanza) per 19 lavoratori.

E chi sono i lavoratori colpiti dal provvedimento di trasferimento?
tutti i reintegrati a Ivrea nel 2016 (fatte salve 2 lavoratrici in maternità) tutti esponenti e/o tesserati dell'organizzazione sindacale Cobas del Lavoro Privato, tra cui due delegati, tutti idonei alla risposta telefonica;
4 lavoratrici con certificazione medica di non idoneità, sia parziale sia totale, alla risposta telefonica

Perché?
La motivazione addotta
L’Azienda reinternalizza attività di back office business da anni cedute a Comdata, per lo svolgimento delle quali è necessario che le persone siano fisicamente in uno stesso luogo. E il luogo individuato è Milano.
Quella stessa attività è stata svolta per anni in Comdata da molti dei lavoratori ceduti e contemporaneamente dalle sedi di Comdata in Romania, senza che questa delocalizzazione abbia mai rappresentato un problema. Tali attività non necessitano di competenze specifiche e possono essere fisicamente svolte, come di fatto è avvenuto, presso qualsiasi sede. Vodafone, che è  un’Azienda nella quale ogni lavoro può essere remotizzato, nella quale da anni molti dipendenti hanno capi diretti e colleghi in altre nazioni, nella quale viene promosso lo smar working, ecco, questa stessa azienda Vodafone dice che “per creare razionalità, efficienza ed efficacia” è necessario che i lavoratori addetti a queste attività di back office siano tutti appassionatamente insieme a Milano.

La motivazione reale
Rappresaglia personale: colpire i reintegrati
Rappresaglia sindacale: colpire e cercare di annientare l’organizzazione Cobas che quelle cause ha sostenuto e vinto e che su Ivrea verrebbe completamente azzerata
Selezione del personale: in azienda si tengono solo quelli sani.

Il funesto progetto a medio-lungo termine
L’Azienda progetta di concentrare a Milano la gestione back office per aziende e in una sede ancora da individuare per il centro-sud la gestione del back office per clienti individui e di farvi rispettivamente confluire dalle varie sedi di appartenenza tutti coloro che non sono idonei alla risposta telefonica e i reintegrati. Una nuova polarizzazione di attività e dipendenti, analogamente a quanto accaduto nel 2006 e che poi ha portato alla cessione.

Il risultato ricercato
In tutta Italia ci saranno trasferimenti in altre sedi sia di lavoratori reintegrati sia di lavoratori con problemi di salute, in uno scenario apocalittico di persone che migrano di regione in regione nel nome di un asserito progetto di riorganizzazione aziendale.
Il reale obiettivo dei trasferimenti (“siamo solo all'inizio” ha dichiarato l'Azienda) è, come lo è stato per la cessione, l'espulsione dei lavoratori da Vodafone.

Ceduti – Reintegrati – Licenziati – di nuovo Reintegrati – Distaccati – Trasferiti.
Siamo di fronte a una multinazionale che da 10 anni tenta con ogni mezzo di eludere le Leggi italiane.

Sono sempre più numerosi tra questi lavoratori i casi di riconoscimento della malattia professionale per disagio psicologico che questo calvario di ritorsioni ha causato e continua a causare.

Noi crediamo che un paese civile non possa accettare che i diritti sanciti dalla magistratura vengano aggirati e che i problemi di salute divengano un requisito per un trasferimento coatto.

Vi ringraziamo per l'attenzione.
Valeria Viletto e Marco Carando
Rsu Cobas Vodafone Ivrea





Leggi anche...

Rete Camere Popolari del Lavoro