Tuodì: nulla di fatto al tavolo al MiSE

Continua la crisi del gruppo della grande distribuzione Tuo che gestisce la catena di supermercati Tuodì. A rischio migliaia di posti di lavoro a fronte di un'azienda che non si è neanche degnata di presentarsi al tavolo convocato al Ministero dello Sviluppo Economico! Questo il livello di arroganza espresso dall'AD Faranda nel silenzio del governo e nell'impotenza dei sindacati confederali.
Sotto al ministero intanto si svolgeva il presidio dei lavoratori: obiettivo primario è e dev'essere quello di difendere posti e condizioni di lavoro, evitando che i comportamenti speculatori e rapaci dei padroni ricadano sul destino di migliaia di persone. Per questo era doppiamente importante la presenza dei facchini del magazzino Tuodì di Roma organizzati con il SiCobas, vittime per anni di sfruttamento abominevole e truffe continue da parte delle cooperative che il gruppo utilizza per assoldare manodopera a prezzo stracciato. Importante per ricordare quanto non ci si possa fidare di padroni del genere e di sindacati che non hanno fatto niente per fermare situazioni intollerabili come questa, ma anche per ribadire l'importanza di muoversi uniti per mantenere e conquistare un lavoro dignitoso!

di seguito il comunicato del SiCobas di Roma.


Trasformare la delusione in Rabbia!

La giornata del 26 Luglio sarà stata vissuta da molti commessi e commesse del gruppo Tuo dì come una amara sorpresa. Niente pagamento della quattordicesima, niente ritorno al lavoro per tutti e neanche la certezza della Cassa Integrazione per i periodi di forzata inattività, visto che è tutto da verificare la disponibilità dei fondi presso l’Inps (esattamente come nell’accordo truffa firmato dalla Filt qualche giorno fa). Ma soprattutto NESSUNA CERTEZZA DI RILANCIO DELL’AZIENDA, visto che il piano industriale è ancora interamente da scrivere! L’incontro non è stato convocato per decidere nulla, ma solo per informare i consulenti addetti alla scrittura delle soluzioni che riguardano il futuro delle nostre vite sui particolari miserevoli delle nostre vite.
La chiusura di più di cento negozi prima del 17 Luglio (giorno che doveva essere la rinascita dalle ceneri di Tuodì) appare per quello che è: il primo passo per preparare lo spezzatino dei pezzi considerati vendibili.
A tanto è servito un lungo tavolo al MISE dove neanche la direzione dell’azienda e il nuovo Commissario Giudiziario hanno avuto il coraggio di presentarsi lasciando i sindacati a confrontarsi con dei consulenti come se la stesura del piano fosse una mera questione tecnica e non la riaffermazione del principio che la crisi di Tuo dì LA DEVE PAGARE CHI L’HA CREATA.
L’assenza totale di prospettiva che si rivela dopo la giornata di oggi deve convincerci tutti che non sarà vedere Faranda (che neanche si degna di presentarsi) ad un Tavolo governativo a garantirci il posto di lavoro! Se Faranda non gradisce parlare con i suoi dipendenti neanche Noi abbiamo bisogno di parlare con un padrone che ha portato sull’orlo del fallimento un gruppo di migliaia di dipendenti. È evidente che è necessario cambiare controparte e rivolgerci direttamente al Commissario Governativo che dovrà vigilare sulla stesura del Piano Industriale, e riaffermare che neanche un esubero deve uscire da questa sporca crisi!
Lo dovremo fare con la lotta però, senza guardare alle appartenenze, e coinvolgendo tutti quei colleghi, dipendenti diretti e non che sono sfiduciati dall’inerzia di questi mesi e convincendoli del fatto che senza mettersi di traverso il piano industriale verrà scritto sulle nostre teste!
C’è ancora molto spazio per lottare e tutto da conquistare perché troppo poco è stato fatto in questi mesi! Se le banche vengono salvate con soldi pubblici allora i creditori devono essere obbligati a non pretendere esuberi.
È l’unica strada che ci garantirà qualcosa ora che lo spettro del fallimento si avvicina sempre di più!

Comitato di sciopero Tor Cervara
Coordinamento Provinciale Sì Cobas Roma