[Arezzo] Lavoratori della Provinicia in mobilitazione

Martedì 25 novembre, si sono riuniti in assemblea i lavoratori della Provincia di Arezzo per decidere le iniziative di lotta da prendere per ottenere garanzie sul proprio futuro lavorativo. La distinzione garantiti/precari serve solo al Governo Renzi per dividere il fronte e far passare misure impopolari come il Jobs Act ed ecco qui un altro esempio concreto.

In Toscana, sono 4.500 i dipendenti (i presunti garantiti) delle Province che, in questi mesi,  vivono sospesi in attesa dell' "attuazione della Legge Delrio" e del "superamento delle Province". Dietro la retorica dell'efficienza, dell'economie di scala, dell'innovazione istituzionale, dell'abbattimento dei costi della politica, c'è una questione: il futuro di migliaia di lavoratori. Che fine faranno i dipendenti delle Province e i lavoratori in appalto dei servizi esternalizzati? Nonostante la legge regionale di riordino delle funzioni provinciali debba essere approvata entro dicembre, ad oggi, Regione e Comuni non hanno deciso ancora nulla. L'Assessore Vittorio Bugli, interrogato dai lavoratori, si è limitato a dire che nessuno perderà il posto di lavoro e che manderanno a casa circa il 10% di questi lavoratori con pensinamenti anticipati (utilizzando il regime "pre Fornero"). Ma a quali condizioni? E che fine faranno tutti gli altri?

Pubblichiamo qui di seguito il volantino della Rsu che indice l'assemblea di oggi e seguiremo gli sviluppi.

La RSU della Provincia di Arezzo, unita alle rappresentanze degli operai forestali e agricoli, Agriforest, Soc. ARTEL e delle Società dei servizi appaltati dall’Ente, insieme alle RSU di tutti i contratti e alle Federazioni sindacali CGIL CISL UIL di Arezzo evidenziano che:

  • il continuo rinvio da parte del Governo e della Regione, ma anche dei nuovi organi di governo delle Province, sulle riorganizzazioni da assumere in merito ai processi di attuazione della legge 56/2014 la cosiddetta “Del Rio”;
  • i nuovi tagli finanziari ai prossimi bilanci delle Province (da 1 a 3 miliardi di euro ulteriori) indicati nella bozza della legge di stabilità del 2015 all’esame in Parlamento;
  • possono comportare l’inevitabile cancellazione di gran parte dei servizi strategici erogati dall’Ente e la conseguente impossibilità di operare tempestivamente e organicamente nel territorio con mezzi e personale adeguato.

Inoltre:

  • la mancanza di chiare scelte organizzative da parte dei Comuni del territorio aretino, delle conferenze dei sindaci di zona e di quella provinciale rappresentata dal neo eletto Presidente della Provincia;
  • la parziale presa in carico da parte della Regione di parte delle funzioni e la chiara volontà di non farsi carico di tutto il personale afferente;
  • mettono in pericolo i posti di lavoro di tutti i Lavoratori in forza all’Ente, condizione che mette conseguentemente a RISCHIO la garanzia dei servizi essenziali, come l’operatività della Protezione Civile, la sorveglianza e la sicurezza delle strade provinciali o delle scuole superiori come il controllo e la prevenzione dei dissesti idrogeologi ma anche la salvaguardia della fauna selvatica o il supporto e il sostegno a tanti cittadini in cerca di lavoro.

I lavoratori perciò ritengono che tali scelte sbagliate e populiste, i ritardi nell’affrontare il riordino della Provincia provocano drammi come quelli che in questi giorni abbiamo vissuto in Italia e in Toscana, situazioni che non dovrebbero essere affrontate sempre in emergenza e senza un’attenta politica di prevenzione e cura del territorio. Si sappia fin da subito che le responsabilità di non affrontare con un vero progetto di politica locale dei servizi che garantisca continuità della tutela della salute e della sicurezza dei cittadini, a partire dal sistema della Protezione Civile, coinvolge Prefetto, Presidente della Regione, Presidente della Provincia, tutti i Sindaci del territorio e l’Azienda Sanitaria locale. Si ribadisce che la mancanza di un progetto organico porta alla macelleria sociale e dei lavoratori nel completo silenzio e indifferenza delle Istituzioni a partire dal Governo centrale capace solo di operare tagli lineari.

La rilevanza dei rischi rappresentati, impone l’immediata presentazione di un progetto che coinvolga tutte le parti interessate, l’apertura immediata di tavoli sul riordino degli enti locali, come previsti nei protocolli d’Intesa già siglati, oltreché di dare soluzione urgente ai problemi denunciati individuando percorsi di garanzia per i servizi ai cittadini e per i lavoratori coinvolti.

In data 25 Novembre p.v. è convocata L’ASSEMBLEA dei Lavoratori per decidere le iniziative di protesta e lotta quali: indizione dello stato di agitazione e manifestazioni pubbliche di protesta fino allo sciopero generale di tutti i Lavoratori della Provincia.

Rete Camere Popolari del Lavoro