[Carrara] Allarme dei sindacati per 35 posti al cantiere Nca

Dopo le importanti giornate di lotta contro i provvedimenti disciplinari contro alcuni operai e RSU che riuscirono a coinvolgere molti lavoratori e solidali della comunità locale nell'agosto e settembre scorsi, i lavoratori NCA tornano sotto i riflettori.

Ancora una volta la proprietà viene meno alla parola data e si prepara a lasciare a casa 35 lavoratori riassorbendo dalla cassa integrazione entro l’anno solo 70 dei 105 lavoratori attualmente inattivi. Mentre i sindacati continuano a chiedere inutili tavoli di trattativa al ministero, si attende un'altra risposta forte dei lavoratori NCA, nell'acquisita consapevolezza che non sono soli, ma che hanno alle loro spalle i loro compagni delle fabbriche e posti di lavoro della zona e tanti e tante solidali. Se toccano uno, toccano tutti!

La Cgil e la Fiom fanno uscire la loro voce dalle stanze dei confronti: vogliono far sapere alla città che il mondo sindacale è in fibrillazione per la sitauzione ai Nuovi Cantieri Apuania acquisiti da Admiral Tecnomar di Giovanni Costantino. Un allarme che lanciano per 35 posti di lavoro, che resterebbero per ora fuori dal piano di riassorbimento entro dicembre di 105 lavoratori.

«Lunedi 24 mattina – dicono Paolo Gozzani segretarario provinciale della Cgil, e Luisa Pietrini, segretaria della Fiom – si è tenuta l'assemblea dei lavoratori Nca, assemblea che si è resa necessaria dopo gli incontri tenuti tra azienda e sindacati confederali nei giorni scorsi.
L'attuale situazione interna ad Nca non fa ben sperare, attualmente infatti, solo il 60% dei dipendenti è stato riassorbita (65 unità circa) mentre le restanti maestranze sono ancora collocate in cassa integrazione nonostante che con la fine di quest'anno gli impegni sottoscritti al Mise (ministero dello sviluppo economico) dalla nuova proprietà stabilissero il riassorbimento di tutto il personale.

Purtroppo negli incontri svolti, la direzione Nca non ha ancora definito come e quando procederà al riassorbimento di questi lavoratori che, con la fine del 2014 termineranno anche il periodo di cassa straordinaria; inoltre è già stata ventilata la possibilità di una prosecuzione della stessa cassa integrazione per un ulteriore anno. Questo a causa dell'assenza di un piano industriale inizialmente paventato per il rilancio del cantiere di Marina».

Nel loro intervento, Gozzani e Pietrini sottolineano che i sindacati in questi mesi «hanno in più di un'occasione sollevato perplessità sulla gestione del cantiere da parte della nuova proprietà»: fra i rilievi mossi alla proprietà, il non utilizzo di lavoratori Nca, «tenuti in Cassa integrazione straordinaria».
Ricordano inoltre il clima di tensione che si era creato all'interno dello stabilimento: nel mirino era finito il comportamento dell’azienda nei confronti delle maestranze, sfociato quest'estate «con le vicende note dei provvedimenti disciplinari che hanno coinvolto lavoratori e delegati».

«Sempre di più vediamo concretizzarsi le nostre preoccupazioni consapevoli che oggi più che mai perdere il posto di lavoro rappresenta un dramma senza fine». Per questi motivi ieri le organizzazioni sindacali hanno incontrato il sindaco Angelo Zubbani per comunicargli i contenuti dell'incontro avuto con la proprietà nei giorni scorsi.
«Durante quell'incontro infatti la proprietà ha manifestato l'impossibilità del rispetto dell'accordo siglato presso il Mise che prevedeva, tra le altre cose entro il 31 dicembre 2014 il riassorbimento di 105 lavoratori, motivandola con una difficoltà del mercato dettata dalla crisi e dalla assenza di professionalità da parte delle maestranze. Comportando di fatto la perdita di ulteriori 35 posti di lavoro: dei 105 solamente 70 sarebbero coloro che saranno riassorbiti.

A seguito di questo incontro il sindaco ha risollecitato al Mise un incontro in tempi brevi, incontro già richiesto dalle segreterie nazionali di Fiom, Fim e Uilm». Le organizzazioni sindacali disapprovano l’opzione dell’azienda, e alla loro posizione, dicono Gozzani «si sono associate, nella figura del sindaco e del vicesindaco anche le istituzioni locali, riconoscendo come tutto il territorio gravemente penalizzato dalla crisi non può accettare uno schiaffo di questa natura».

Fonte: Il Tirreno

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