[Grosseto] Il settore delle costruzioni in piazza per una mobilitazione regionale

Il settore delle costruzioni in piazza a Grosseto per uno sciopero regionale unitario: "I numeri del settore sono infatti drammatici: la sola edilizia in 6 anni ha visto perdere circa 28 mila posti di lavoro senza contare i lavoratori del legno, dei laterizi e delle cementerie che, in larga parte, sono legate al settore delle costruzioni e per questo da inizio crisi hanno visto quasi dimezzare i propri occupati.

Il tutto causato anche dal fatto che gli investimenti in opere pubbliche si sono ridotti del 40% dal 2010 ad oggi e circa il 50% dei lavori sono per appalti sotto i 150 mila euro. E se anche i dati delle compravendite stanno finalmente facendo registrare una inversione di tendenza, l'occupazione ha continuato la sua lenta discesa e da inizio anno le ore complessive di Cig hanno raggiunto quasi quota 10 milioni." Di fronte a questi numeri, la soluzione per il settore dell’edilizia non può giungere dall’affannosa ricerca di capitali per “costruire di più”, alimentando in questo modo speculazione e dissesto ecologico, ma deve emergere necessariamente, da una parte, da rinnovare e rendere più efficiente ciò che è già costruito, e dall’altra, da una radicale messa in discussione della distribuzione della ricchezza prodotta da questo settore sulla base del “lavorare tutti per lavorare meno a salari più alti”. 

Dato l’accordo che sindacati e associazioni di categoria hanno sottoscritto con la Regione per la restrizione dei criteri di accesso alla cassa in deroga (che a partire dal 2015 potrà durare al massimo 5 mesi), è probabile che verso metà Gennaio avremo altri ventimila lavoratori toscani disoccupati. Nel misurare il livello di ricchezza dei lavoratori, si somma il reddito da lavoro al valore degli immobili posseduti e e sappiamo che dal 2008 le abitazioni normali (a differenza di città d’arte e luoghi di vacanza), valgono sempre meno. Continuare a costruire secondo il modello neoliberista che fino all’inizio della crisi sembrava vincente, produce una perdita di valore degli immobili ancora maggiore poiché aumentare lo stock abitativo provoca un automatico ribasso dei prezzi delle case. Le politiche che facilitano il consumo di suolo libero senza tenere presente l’ormai evidente danno ambientale e la rovina portata da urbanizzazione e cementificazione, favoriscono soltanto gli speculatori immobiliari della grande finanza. Gli stessi settori a cui Renzi sta di fatto regalando il patrimonio pubblico attraverso lo Sblocca Italia. La rivalutazione degli immobili costruiti e abbandonati oppure lasciati vuoti alla faccia di centinaia di famiglie senza un tetto, è una condizione necessaria sia dal punto di vista di un’economia sostenibile, sia dal punto di vista di una banale etica comportamentale.

Il danno provocato dalla speculazione edilizia viene sottolineato paradossalmente proprio dai lavoratori del settore edilizio (FILLEA-CGIL), che premono contro espansione urbana e cementificazione, e sono invece a favore di una messa in sicurezza del territorio dal dissesto idrogeologico, dell’edilizia scolastica e della rivalutazione del già costruito. Politiche industriali e ammortizzatori sociali dovrebbero tener conto di queste priorità ma non lo fanno e i lavoratori della costa Toscana  vivono un periodo di riorganizzazione appunto nel tentativo di mettere al centro i bisogni dell’uomo anziché il profitto.

Rete Camere Popolari del Lavoro