[Verona] Anche la polizia municipale in protesta davanti al Vinitaly!

Ripubblichiamo da Lavoratori e Lavoratrici in Lotta Verona.

Domenica 22 marzo siamo stati davanti al Vinitaly per portare, al fianco del coordinamento No Tav e del gruppo No Expo, alcuni punti di riflessione sulla posizione del presidente della fiera, il signor Ettore Riello, che, mentre nella sua veste pubblica parla di sviluppo del territorio, in quella di padrone dichiara esuberi e tagli dei salari nella sua azienda.

Allo stesso tempo abbiamo voluto sottolineare la volontà politica che si cela dietro le grandi opere: da una parte la scelta di finanziamenti miliardari a grandi opere (inutili e dannose) e dall’altra il taglio indiscriminato di diritti conquistati in anni di lotte.

Parlando proprio di lotte, in questa occasione abbiamo avuto la possibilità di parlare con alcuni lavoratori e lavoratrici della polizia municipale di Verona, anche loro lì per protestare contro il peggioramento delle proprie condizioni di lavoro. Nonostante la buona parlantina del sindaco Flavio Tosi, che ora mira alle elezioni regionali forte del consenso ottenuto con decine di comparse televisive, non si può infatti tacere sulle condizioni di lavoro di un settore intero del comune scaligero.
La denuncia che viene dai lavoratori è chiara : straordinari pre-ordinati, blocchi ferie, cambi turni con pochissimo preavviso, procedimenti disciplinari etc. Quello che ci raccontano è una realtà che purtroppo siamo costretti ad assistere sempre più spesso. Lavoro straordinario che diventa in realtà ordinario, rifiuto di assumere nuova forza lavoro, programmando quindi turni e doppi turni che non dovrebbero essere previsti ma effettuati solo in caso di necessità; blocco delle ferie, congedi e procedimenti disciplinari nei confronti di chi osa alzare la testa. I lavoratori e le lavoratrici hanno infatti protestato durante la loro giornata libera perché impossibilitati a fare assemblee e scioperi, spesso bloccati da “problemi di ordine pubblico”, come la prima assemblea che avrebbero dovuto lanciare il maggio scorso con la dichiarazione dello stato di agitazione, unitario tra le realtà sindacali.
Ci sembra in questo senso una lotta molto simile ai vigili di Roma, sui quali poco tempo fa cadde lo stereotipo dei dipendenti pubblici fannulloni. Tuttavia una lettura più attenta mostra una realtà dei fatti molto diversa.

E se questa situazione rende evidente la difficoltà di lottare per i propri diritti sul posto di lavoro non possiamo che denunciare per l’ennesima volta la pericolosità della riforma del governo Renzi, il Jobs Act, che renderà i lavoratori ancora più ricattabili, nel timore di essere demansionati o, peggio, di essere sostituiti come pedine di un gioco le cui fila vengono tirate da altri a cui non importa nulla della vita delle persone.

Lavoratori e Lavoratrici in Lotta Verona

Rete Camere Popolari del Lavoro