Bibbiena (Arezzo). Licenziare ai tempi del Jobs Act

A quanti pensano che basti un referendum per fermare l’arbitrio che imprenditori senza scrupoli si sono conquistati sulla nostra pelle grazie al Governo Renzi, diciamo purtroppo che si sbagliano di grosso… Basta d’altronde leggere la storia di David Puri inviataci dai Cobas Lavoro Privato e che ripubblichiamo di seguito. Non ci sono formalismi e leggi che tengano: l’azienda, in barba a qualsiasi moralismo (David ha due figli) e alle stesse leggi, lo ha prima isolato e poi licenziato. La causa? Semplice: David si è sempre battuto per i diritti dei lavoratori. Sta a noi rompere l’isolamento, far sapere in giro, far conoscere la sua storia.

Comunicato stampa


COBAS LAVORO PRIVATO
LO STRAPOTERE DEI PADRONI COLPISCE ANCHE IN CASENTINO: LICENZIATO IL RAPPRESENTANTE DEI COBAS ALLA BORRI DI BIBBIENA.


Un licenziamento, infondato, ingiusto e radicalmente nullo: questo è il nostro giudizio sul provvedimento che ha colpito David Puri, rappresentante dei Cobas, che da oltre 15 anni lavorava prima alla Astrid Energy Enterprises di Castel San Niccolò e poi alla Borri di Bibbiena quando questa ha incorporato Astrid a seguito della fusione avvenuta a settembre 2014.
David, padre di famiglia con 2 figli piccoli ed un mutuo per la casa da pagare, delegato sindacale Cobas impegnato nella tutela dei diritti dei lavoratori, nel corso degli ultimi anni ha assistito ad un progressivo deterioranento dell'ambiente lavorativo da imputare alle illegittime e pretestuose condotte aziendali.
Senza andare troppo indietro nel tempo, l'azienda nel febbraio 2013, a distanza di pochi giorni dalla comunicazione di David di voler fruire dei congedi parentali in occasione della nascita della sua prima figlia, tentò di adibirlo a mansioni inferiori, senza riuscirci, grazie ad una pronta reazione del lavoratore. A quel punto l'azienda isolò David dal resto dei colleghi: questi ultimi infatti vennero distaccati presso la Borri in vista della imminente fusione aziendale con Astrid mentre David venne lasciato da solo in un ufficio.
David rimase così del tutto isolato per un intero anno durante il quale l'azienda cercò di  ostacolare la fruizione dei congedi previsti dalla legge per la malattia dei figli, congedi che David riuscì ad ottenere solo dopo essersi rivolto alla Direzione Territoriale del Lavoro di Arezzo.
David fece anche domanda di poter lavorare part-time, come previsto dalla legge e dal contratto, per poter prendersi cura di sua figlia, ma l'azienda respinse immotivatamente la sua domanda. David non si diede per vinto e riuscì dopo 8 mesi ad ottenere il part-time anche grazie all'intervento del Centro  Pari Opportunità della provincia di Arezzo al quale era stato costretto a rivolgersi.
La concessione del part-time nel marzo 2014  non fu però indolore in quanto l'azienda pose come condizione l'accettazione di nuove mansioni inferiori (le stesse del precedente tentativo del febbraio 2013) e David, vista l'urgenza di soddisfare le proprie necessità familiari, non potè che assecondare le condizioni aziendali.
In occasione della fusione Astrid-Borri, i Cobas e David in prima persona furono gli unici a rivendicare l'estensione della contrattazione aziendale vigente in Borri ai lavoratori provenienti dalla Astrid, e si parla di circa 4000euro/anno.
Decorse appena 2 settimane dalla richiesta David ricevette, per la prima volta in 15 anni di lavoro, la prima contestazione disciplinare, contestazione che risultò poi essere solo la prima di una lunga serie che in pochi mesi lo hanno portato al licenziamento.


David, nell'ambito della sua attività sindacale, portò all'attenzione dei lavoratori e dell'opinione pubblica anche l'anomala apertura della cassa integrazione a soli 3 mesi dalla fusione Astrid-Borri, una fusione tra 2 aziende sane che avevano sempre avuto bilanci  in attivo e che mai prima di allora avevano richiesto gli ammortizzatori sociali. In merito alla fusione ed alla cassa integrazione, i Cobas diffusero un comunicato stampa ad aprile 2015 e David rilasciò un'intervista ad una nota rivista locale: dopo pochi giorni David subisce l'ennesima contestazione disciplinare.
A fine luglio 2015 diffondiamo un nuovo comunicato stampa e dopo pochi giorni David subisce ancora un'ulteriore contestazione disciplinare.  Coincidenze?
A settembre 2015 David diventa padre per la seconda volta ma purtroppo, come per la prima volta, non riesce a vivere una serena paternità: dopo pochi giorni ,infatti,  riceve l'ennesima ingiusta ed ingiustificata contestazione disciplinare, e questa sarà l'ultima in quanto sancisce il suo licenziamento.  David da febbraio 2015 fino al 9 ottobre 2015, giorno del suo licenziamento,  è stato il lavoratore maggiormente sospeso in cassa integrazione (5 mesi) e tra , ferie, congedi e sospensioni disciplinari, ha lavorato per  circa 30 giorni: in soli 30 giorni di lavoro ha subito ben 4 contestazioni disciplinari , un sicuro record, a maggior ragione se si considera che dei 30 giorni lavorati l'azienda è arrivata a contestare al lavoratore 11 giorni come come presenza ingiustificata!
David è stato licenziato in tronco e senza corresponsione dell'indennità di preavviso: ad oggi l'azienda non ha pagato né l'ultimo stipendio, né il tfr arrivando addirittura ad adombrare una richiesta di risarcimento contro il lavoratore per inesistenti danni.
Licenziamento, contestazioni e sanzioni disciplinari infondate e pretestuose, ostacoli ad una serena paternità, richieste  di risarcimento di inesistenti danni, questi sono gli strumenti utilizzati dall'azienda per  allontanare  David, un lavoratore con la sola colpa di aver  rivendicato i propri diritti e legittimamente esercitato la propria attività sindacale.


A confermare la fondatezza degli allarmi da tempo lanciati dai Cobas e da David sulla situazione alla Borri,  il fatto che circa un  mese dopo il licenziamento di David è stata attivata una procedura di riduzione del personale ed è stata aperta la mobilità.
I nostri appelli sono caduti nel vuoto ed oggi il Casentino perde ulteriori posti di lavoro.
David ed i Cobas non si faranno intimidire e si tuteleranno in tutte le sedi opportune.
Faremo un'ampia opera di informazione in Casentino ma anche a livello regionale e nazionale, per denunciare quanto accaduto a David e per evitare che quanto ha subito lui possano subirlo anche altri e cercheremo di rompere il muro del silenzio politico-sindacale eretto nel territorio a fronte di centinaia di posti di lavoro scomparsi negli ultimi anni.
Ci sono inoltre giunte segnalazioni da parte di lavoratori che si trovano ad operare in aziende del territorio in cui vigono scarse condizioni di sicurezza, approfondiremo e se necessario denunceremo le aziende alle autorità competenti.
Forniremo maggiori informazioni in occasione della conferenza stampa che convochiamo per il giorno 11 febbraio di fronte ai cancelli della Borri, e negli incontri pubblici che organizzeremo nel territorio.


Bibbiena (Ar), 2 febbraio 2016
COBAS LAVORO PRIVATO
(Aderente COBAS – CONFEDERAZIONE DEI COMITATI DI BASE)
Sede NAZIONALE: Viale Manzoni, 55 - 00185 ROMA

Rete Camere Popolari del Lavoro