Contro tagli e privatizzazione della cultura nasce il Comitato Nazionale Fondazione Lirico Sinfoniche

Abbiamo parlato ancora della situazione di crisi che avversa molti enti lirico sinfonici italiani. Le disastrose situazioni economiche sono spesso il risultato di politiche di gestione volutamente peggiorative della qualità della proposta operistica, nella chiara direzione di una privatizzazione dell'ente.

Nonostante lavoratori e lavoratrici si siano più volte presi carico di subire i tagli imposti per il risanamento, nulla di strutturale è stato finora disposto per la salvaguardia dei loro diritti e del patrimonio culturale di tutti.

Non tutto tace. In queste settimane è nato il Comitato Nazionale Fondazione Lirico Sinfoniche che ha lanciato subito una denuncia alle politiche del governo, a nome del ministro dei beni culturali Franceschini, contro la legge 160. Approvata il 7 agosto scorso, questa disposizione aggraverà ulteriormente la condizioni di lavoro delle maestranze, imponendo alle fondazioni il "raggiungimento dell'equilibrio economico-finanziario". Qualora le fondazioni non raggiungessero il pareggio di bilancio esse dovranno, ci dice la legge, "prevedere opportune riduzioni dell'attivita', comprese la chiusura temporanea o stagionale e la conseguente trasformazione temporanea del rapporto di lavoro del personale, anche direttivo, da tempo pieno a tempo parziale, allo scopo di assicurare, a partire dall'esercizio immediatamente successivo, la riduzione dei costi e il conseguimento dell'equilibrio economico-finanziario". E' chiaro che il peggioramento qualitativo di questi enti - di cui il taglio dei diritti dei lavoratori è una conseguenza - si diriga nella sponsorizzazione di un intervento privato, andando a giocare, una volta di più, sul discredito del Pubblico, costantemente sotto attacco con gli stereotipi funzionali alle logiche del governo Renzi.

Non possiamo quindi che supportare l'iniziativa di questi lavoratori e lavoratrici che si sono auto-organizzati per far fronte comune a queste politiche. Noi con loro dovremmo pretendere il rispetto della dignità di dei loro diritti, contro la precarizzazione e l'esternalizzazione prevista dal governo. La cultura è un fatto che ci riguarda, da rivendicare come nostra.

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