[Roma] Corteo lavoratori Alitalia contro licenziamenti e abolizione ccnl

Quest'oggi si sono fermati i lavoratori Alitalia e dell'indotto.
In mattinata hanno dato il via gli iscritti ai sindacati di base Cub e Usb. Nella seconda parte della giornata, si sono uniti a loro anche gli iscritti ai sindacati confederali, Cgil-Cisl-Uil. L'adesione, assai elevata, ha bloccato l'80% dei voli. Nel pomeriggio poi, si è svolto un corteo partecipato e assai determinato promosso dalla Cub. Il successo della giornata di lotta è risultato definitivo quando a scendere in strada, affianco dei lavoratori Alitalia, si sono presentati anche i lavoratori ex Almaviva e i lavoratori della Fiat, testimoniando una solidarietà di classe che già da sola basta a tracciare la via da seguire.

Ma facciamo un passo indietro.

Si è arrivati a questo punto dopo una gestione aziendale mortifera che, da almeno nove anni, non smette di colpire i lavoratori ed i loro diritti. Fra pochi giorni la dirigenza, nelle vesti dell'a.d Cramer Ball, dovrà comunicare un piano aziendale che si preannuncia durissimo. L'intenzione, in tutta continuità con quanto già visto nelle fabbriche della Fiat, è quella di disdire unilateralmente il contratto nazionale, al posto del quale verrebbe applicato un regolamento aziendale.
Inoltre si da già per certo un numero elevato di licenziamenti, la cifra si aggirerebbe intorno alle 2.000 unità. Per ultimo, ma non meno pesante e odioso, verrebbe a decadere il diritto agli scatti di anzianità.

Quello che quindi va sottolineato e denunciato, perché non è un caso, è il ruolo, assolutamente schierato ed in assoluta continuità, dei governi. Non contano le apparenze di volta in volta meritocratiche, tecniche o buffonescamente patriottarde con cui si guadagnano la ribalta mediatica. Conta la loro incondizionata fedeltà ai padroni e al capitale.

In tempi di crisi come questi il re è nudo e si vede. I piani di rilancio delle aziende finiscono tutti drammaticamente per assomigliarsi: licenziamenti; sfruttamento a cottimo con la retorica dell'impresa 4.0; favoreggiamento alle esternalizzazioni prima e alle delocalizzazioni poi. E come poter poi dimenticare il resto dei provvedimenti che rendono un inferno la vita di tante e tanti lavoratrici e lavoratori come: cancellazione delle responsabilità degli appaltanti; lavoro in nero mascherato da voucher; abolizione dell'articolo 18; contratti precari della peggior specie, deroga continua alla sicurezza sul lavoro.

Ecco quindi come si é arrivati ad una giornata come quella di oggi.
E se è vero che la paura si misura dalla distanza con cui la possibile preda si tiene alla larga dal predatore, allora capiamo perché le preoccupazioni di declassamento dei tassisti, usate come spaventapasseri, sono potute arrivare fin sotto i palazzi del potere. Mentre un corteo di qualche settimana fa, composto da migliaia di persone, tra lavoratori e occupanti in lotta per il diritto all'abitare, è stato prima spezzato in due e poi accolto con uno schieramento di forze dell'ordine degno di uno stato di assedio.

Insieme ed uniti facciamo paura.

Rete Camere Popolari del Lavoro