[Teverola] Esuberi Indesit. I lavoratori di Teverola bloccano la statale Appia

Indesit Company, uno dei leader in Europa nella produzione e commercializzazione di grandi elettrodomestici, ha presentato ieri ai sindacati il piano di salvaguardia e razionalizzazione dell’assetto. La riorganizzazione del Gruppo, che attualmente impiega circa 4.300 addetti, coinvolge oltre 1.400 persone nei cui confronti saranno applicati degli ammortizzatori sociali.


E i 70 milioni di investimenti allora? Verranno spesi per spostare la maggior parte della produzione verso paesi a basso costo, che operano con una forte aggressività di prezzo, come Polonia o Turchia.

L’azienda ha infatti annunciato 1425 esuberi tutti italiani, di cui 25 dirigenti e 150 impiegati di staff; gli altri sono lavoratori nelle fabbriche così suddivisi: 480 a Fabriano, 230 a Comunanza e 540 a Gricignano. A marzo Indesit Company aveva già annunciato la cassa integrazione ordinaria per tutti gli impiegati del gruppo: un giorno alla settimana da aprile ad agosto, mentre i dirigenti si erano tagliati le retribuzioni del 10%. Tutto sembrava finire lì, ma così non è stato per centinaia di famiglie legate a doppio filo al grigio destino dell’azienda.

E i lavoratori? I lavoratori dello stabilimento Indesit di Teverola hanno sciopero per 2 ore e, dopo essersi riuniti in assemblea, hanno bloccato la strada statale 17 bis che collega Capua a Teverola e la strada che porta ad Aversa per protestare contro il piano aziendale che prevede il taglio di 1440 posti negli stabilimenti italiani, di cui 540 solo nel Casertano.

Nei capannelli che si sono formati fuori, viene fuori tutta la rabbia dei lavoratori: "Questa è un'altra di quelle aziende che ha beneficiato di contributi istituzionali per milioni di euro - spiega un impiegato dello stabilimento di Teverola, - ma tutti questi finanziamenti non sono serviti a niente se alla fine rimarranno solo 400 persone a Teverola. Se passa questo piano, significa che qui chiuderà tutto e non resterà più niente". Gli altri annuiscono e rincarano la dose: "Il marchio Indesit è stato praticamente regalato al gruppo Merloni che in questi anni ha beneficiato di quote di mercato impensabili. Ci ha fatto lavorare di sabato, di domenica, ha accorciato le ferie estive per produrre e incamerare guadagni e poi quando ci sono problemi non serviamo più".

Intanto anche nello stabilimento di Fabriano (AN) circa 300, tra operai e impiegati, stanno occupando in queste ore gli stabilimenti della Indesit, a Fabriano. I lavoratori si sono asserragliati davanti alla direzione al grido di “lavoro, lavoro” e ci sono stati anche alcuni momenti di tensione con la polizia, anche se a quanto pare non sono sfociati in episodi di violenza. I sindacati Fim, Fiom e Uilm hanno indetto l'occupazione dopo che l'azienda “ha negato la possibilità di tenere un’assemblea con i 150 impiegati coinvolti nella vertenza, senza il necessario preavviso”. Intanto stamattina, durante un'assemblea sindacale, molti lavoratori sono scoppiati in lacrime.

“L'Indesit deve ritirare subito il piano di licenziamenti che prevede nella sola regione Marche almeno 700 posti in meno, negli stabilimenti di Fabriano e Comunanza”. Lo afferma il segretario marchigiano dell’Usb Andrea Quaglietti, commentando il piano di razionalizzazione annunciato dal gruppo industriale. “Noi non condividiamo questa scelta – dice Quaglietti – che rappresenta un duro colpo soprattutto per l’area di Ascoli, che già si trova in una situazione drammatica. Ci attendiamo che l'azienda torni su suoi passi e faccia nuovi investimenti sia nell’Ascolano che nell’Anconetano, invece di delocalizzare in Polonia o altrove. L’Usb, comunque, sosterrà ogni iniziativa che verrà messa in campo in ambito sindacale o istituzionali per salvaguardare il reddito di centinaia di lavoratori oltre che di tutti quelli che operano nell’indotto”. Per Quaglietti, che fa appello alla Regione Marche, “non serve ancora puntare sugli ammortizzatori sociali, che stanno terminando, ma convincere le imprese a restare sul territorio per produrre e crescere”

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