"Ancora in lotta? Certo non ci arrenderemo!" Lo dicono le lavoratrici licenziate Santa Tecla e noi con loro

La regione veneto ha il dovere di intervenire (come chiesto dalle lavoratrici e stabilito dal difensore civico in base alla relazione presentata dai tecnici della regione stessa ancora ad Agosto) e ed annullare tutte le delibere fatte dalla fondazione dal 2001 ad oggi, delibere che hanno previsto principalmente tagli salariali e peggioramento delle condizioni di lavoro fino alla sostituzione di 90 dipendenti dirette con altrettante tramite cooperativa: ovvero il licenziamento per riassumere con contratti precari e senza le garanzie raggiunte tramite il concorso e decenni di lavoro (anche più di trent'anni di lavoro nell'istituto).

Le 50 lavoratrici che hanno rifiutato questo ricatto sono state licenziate dal primo febbraio e ora sono in presidio permanente ad Este nei pressi della fondazione, dove ogni giorno rallentano il traffico automobilistico per distribuire migliaia di volantini in cui spiegano la loro storia e invitano a portare la solidarietà.

Ieri sono state ancora una volta a Venezia per fare pressione sulla giunta regionale che sembra ben più attenta a non mettere in discussione il potere economico della curia Padovana - vera proprietaria della fondazione - che al futuro di 50 famiglie già pesantemente colpite dalla crisi economica.

Passate al presidio alla rotonda sulla via Padana Inferiore vicino al supermercato Billa ad Este !

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