Anche a Mantova si mobilitano i lavoratori della logistica

Pubblichiamo un contributo del Gruppo Equal su una vertenza che a inizio maggio ha coinvolto i lavoratori di una delle cooperative della logistica che rifornisce Carrefour a Mantova.

Su questo sito abbiamo dato molto spazio alle mobilitazioni nel settore della logistica, soprattutto in occasione degli scioperi generali del 22 marzo e del 15 maggio, che hanno visto centinaia di facchini bloccare aziende e merci in molte città del paese, con al fianco sindacati di base, studenti, centri sociali e tanti “solidali”.

Ci sembra importante dare visibilità anche a questa “piccola” vertenza che – seppure abbia coinvolto pochi lavoratori -  ci dimostra come le lotte in questo settore si stiano continuando a sviluppare, anche in quei centri più piccoli che non hanno visto in precedenza grosse battaglie, magari in maniera più lenta e con modalità meno radicali, ma riuscendo a ottenere comunque piccole vittorie. E anche a Mantova, come a Anzola, Piacenza, Bologna e Milano, quando i dipendenti delle cooperative sono scesi in strada a protestare hanno subito trovato  la solidarietà di  lavoratori e studenti, che hanno manifestato insieme a loro.  
Una testimonianza insomma di come qualcosa si muova anche quando “i riflettori sono spenti”.

Il territorio mantovano negli ultimi trent’anni di “benessere” e di (relativa) “pace sociale” ha vissuto un sogno emiliano in terra lombarda che la crisi sembra avere bruscamente interrotto. Un risveglio amaro fatto di disoccupazione, delocalizzazioni e nuove forme di sfruttamento, con pochi appigli sociali e politici su cui fare conto. 

Una lotta significativa è stata quella dei lavoratori “sospesi” dalla cooperativa della logistica che rifornisce Carrefour nel capoluogo: una situazione salita mediaticamente alla ribalta il primo maggio, proprio mentre a pochi passi andava in scena il primo sciopero delle commesse Oviesse e si preparava il pranzo alla cartiera Burgo. Un presidio rumoroso davanti al supermercato aperto nonostante la festa dei Lavoratori, organizzato dai sei “sospesi” insieme alla Fit-Cisl con il supporto dei lavoratori della Primafrost (anch’essi al centro di una dura vertenza) e di altre cooperative.
Intorno alla metà di aprile infatti, durante una normale serata di “rifornimento” degli scaffali, il già pesante clima di mobbing, ha visto un peggioramento della situazione con il plateale maltrattamento di uno dei lavoratori cacciato per avere anche avuto il coraggio di replicare: prontamente i compagni di lavoro lo hanno seguito in solidarietà e sono stati immediatamente sospesi dal proprio incarico. Dalla sera dopo sono stati portati dei “sostituti” reclutati dalla cooperativa in città vicine per eseguire il compito. Da lì un giro rapido per trovare qualcuno che li potesse sostenere e I’incontro con Emmanuele Monti della Fit-Cisl. Al presidio del primo maggio è emerso anche l’altro dato negativo: i lavoratori delle cooperative impegnate nei servizi di logistica presso il Carrefour lavorano sottopagati in quanto, pur essendo inquadrati con mansioni al quinto livello percepiscono gli stipendi di un sesto; sono costretti a lavorare in cattive condizioni e continuano a subire il trasferimento da una cooperativa all’altra. Durante la protesta i lavoratori distribuivano a chi sceglieva di fare la spesa il primo maggio un simpatico coupon che invitava a chiedere uno “sconto” per ripagare dello sfruttamento dei lavoratori. Alla manifestazione ha fatto seguito la lettera della cooperativa di contestazione ai lavoratori, con l’accusa di aver leso l’immagine pubblica dell’azienda: proprio su questo punto bisognerà tornare.

Un secondo presidio si è svolto pochi giorni dopo, durante una apertura domenicale: in lontananza erano visibili “capetti” della cooperativa intenti a telefonare e fotografare chi protestava. La manifestazione era terminata con la promessa di manifestare ancora, proprio nel successivo giorno di mercato che vede aumentare notevolmente l’affluenza di cittadini e consumatori nel centro cittadino. 


La tenacia dei ragazzi, tutti giovani, la solidarietà ricevuta e la pressione sindacale hanno portato ad uno sblocco: la cooperativa che sembrava inattaccabile e che minacciava licenziamenti ha offerto di ripagare il mese mancante ai sospesi, una somma significativa per chi abbandona il lavoro e l’assunzione diretta per chi rimane. Difficilmente l’azienda avrebbe potuto vincere se portata in tribunale e le è convenuto tornare sui propri passi: di non secondaria importanza è anche il fattore “immagine” che viene fin troppo trascurato. La cooperativa lavora per Carrefour che quindi ha attirato su di se anche i momenti di protesta: specialmente la grande distribuzione vive delle “narrazioni” benevole e famigliari che le agenzie di comunicazione plasmano per i consumatori. Anche solo un accenno di crepa in quel vetro, è un pericolo per tutta la struttura: ecco dunque che la cooperativa, da posizioni ferme e perentorie, sceglie di smorzare frettolosamente ogni possibile manifestazione che potrebbe arrecare un danno alla propria immagine e a quella di Carrefour; una lezione da tenere bene a mente per lo sviluppo di lotte contro catene e marchi che per una fetta crescente di cittadini e di lavoratori sono sinonimi di sfruttamento.

Ascolta il resoconto di Marco del Gruppo Equal


Guarda l’intervista ai dipendenti realizzata durante la protesta davanti al Carrefour Market di piazza Cavallotti contro lo sfruttamento e le umilianti condizioni di lavoro.



eQual
Gruppo di iniziativa sociale - Mantova
Web: equalmn.wordpress.com
Pagina FB: 
Twitter: @equal_info

Rete Camere Popolari del Lavoro